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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Comune e derivati: primi sequestri alle banche

Ancora una battuta d’arresto per l’approvazione del bilancio comunale, dopo la questione A2A. Nuovo nodo, la questione derivati

E'ancora bufera sui conti del Comune. Dopo la questione del prestito obbligazionario convertibile di A2A, Milano è alla prese con un’altra mini-crisi finanziaria, i derivati, che hanno ancora una volta posticipato l’approvazione del bilancio comunale. Un’altra seduta straordinaria del consiglio è stata indetta domani, per rispettare la data di approvazione del documento finanziario del 30 aprile.

Che cosa ha fatto in sostanza il Comune e cosa sono questi derivati venduti da alcune banche straniere? Milano ha sottoscritto una serie di Swap, ovvero contratti derivati in cui le parti (in questo caso banche e Comune) si sono scambiati flussi di denaro. Le banche, sfruttando l’assimetria informativa e l’andamento dei tassi di interesse, sono accusate di aver fatto girare le cose in loro favore. Secondo alcuni esperti al momento la perdita su questi contratti del Comune si aggira intorno ai 100-150 milioni di euro.

In questi giorni, le banche coinvolte nella vendita di questi strumenti finanziari, Deutsche Bank, Ubs, Jp Morgan e Depfa, e due ex amministratori locali (Giorgio Porta e Mauro Mari) hanno subito da parte del Tribunale di Milano il sequestro conservativo di circa 476 milioni di euro tra beni mobili, immobili e conti correnti. Secondo il giudice per le indagini preliminarie Vanore, le banche avrebbero truffato il Comune incassando circa 52,6 milioni di euro, che invece avrebbero dovuto finire nelle casse pubbliche, secondo i regolamenti comunitari vigenti in materia di strumenti finanziari. Un altro illecito fatto dalle 4 banche coinvolte, scoperto attraverso le indagini, sarebbe stato fatto omettendo informazioni importanti: alla sottoscrizione dei contratti swoop 2005, gli istituti di credito sopraccitati non avrebbero informato le autorità di un altro derivato da 96 milioni, che il Comune avrebbe sottoscritto con Unicredit in precedenza. La conoscenza di quest’ultimo contratto secondo il giudice, avrebbe probabilmente fatto emergere la “mancanza di convenienza economica” per le sottoscrizioni del 2005.

L’argomento è molto tecnico, per questo abbiamo chiesto un parere professionale a Soldionline.it, un sito di informazione finanziaria. Secondo Mauro Introzzi, analista finanziario, “Quella dei derivati è stata una pagina scura nella gestione amministrativa delle nostre pubbliche amministrazioni. Sa c’è stata malafede da parte di qualcuno lo potremo dire con certezza solo quando si esprimeranno gli organi competenti, ma la disinvoltura con cui sono stati proposti e sottoscritti i contratti in questione è disarmante, considerando che sono strumenti finanziari complessi e per esperti”.

Prosegue Mauro “E, se da una parte è vero che la leggerezza di molte amministrazioni pubbliche è più che criticabile, è altrettanto vero che gli istituti bancari hanno spesso approfittato della loro posizione e della loro maggiore conoscenza degli scenari e degli strumenti”.


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