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Iva ritoccata al 21%: lievitano carburanti e sigarette

Viaggio nel Milanese: mentre molti commercianti negano gli aumenti ("Vedremo con i prossimi listini"), ad accorgersi della batosta sono i fumatori e gli automobilisti. Ma presto molti altri prezzi saranno arrotondati

Ad accorgersi subito dell’aumento dell’iva sono stati i fumatori. Un pacchetto di sigarette costa dieci o venti centesimi in più, a seconda della marca, e non è poco visto che un mese fa c’era stato un rincaro di dieci centesimi. L’aumento, sproporzionato rispetto al semplice ritocco all’insù dell’iva, è spiegato con il fatto che questo si “trascina” le altre imposte sul tabacco che, com’è noto, sono piuttosto alte.

QUI LEGNANO: "L'AUMENTO? NON ERA IL MOMENTO GIUSTO"

Al fumatore non resta (se vuole risparmiare) che comprare le marche (una quindicina) che hanno scelto di assumere su di sé l’intero ritocco dell’iva e delle altre accise. L’altro settore che in tutta Italia sta registrando i maggiori rincari è quello del carburante. La benzina verde, in particolare, ha registrato un aumento di 1,4 centesimi al litro. “Solo” 1,3 c/l l’aumento per il diesel. La soluzione, per chi può, è affidarsi alle “pompe bianche”, cioè ai distributori indipendenti, che solitamente costano meno delle grandi catene, oppure a quei distributori che applicano prezzi buoni. Ma se a Milano se ne trovano più d’uno, in altre località è impossibile averne.

QUI RHO: "CARRELLO DELLA SPESA DA 5 EURO IN PIU'"

Contro una media “ufficiale” di 1,643 euro al litro a livello nazionale per la verde, ad esempio, rimangono molto economici i ben noti distributori all’inizio di via delle Forze Armate: quello di Eni praticava lunedì 1,559 euro al litro e, l’altra notte, con lo sconto self-service, appena 1,510 euro. L’indipendente Ludoil restava a 1,530 euro. Diverso (per fortuna) l’impatto sui beni di largo consumo. Al supermercato la variazione (minima) non è sempre facile da applicare, perché aumentare di frazioni di euro complica lo scambio di denaro. Si temono quindi “ritocchi” all’insù come ai tempi dell’introduzione dell’euro. Inoltre anche i beni per i quali l’iva resta tale e quale (caffè al bar alla pasta, dai pomodori alle verdure) rischiano qualche aumento: ai vari anelli della catena si avranno infatti rincari dovuti proprio all’aumento del carburante. I baristi per esempio ci spiegano che, a dire dei grossisti, l’iva sul caffè per loro è aumentata.

“Non ritoccheremo alcun prezzo”, spiega a MilanoToday Guido Bronzini, gestore del pub Betzabea di via Ricciarelli e consigliere di zona 7 per i Radicali: “Per il momento ci assumeremo il rincaro, che tutto sommato è poca cosa e non ‘tocca’ la tazzina di caffè”. Nessun rincaro anche per Damiano Piattella, co-titolare del centro estetico Otium all’inizio di via Ripamonti: “Non ci pare il caso di ritoccare di due o tre centesimi i nostri servizi principali”, ci dice. “Ma tra qualche tempo faremo calcoli più precisi perché è ovvio che, nei grandi numeri di un anno, quegli spiccioli diventano cifre più alte”.

 

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