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Economia

Primo maggio senza lavoro: 92mila in cassa integrazione

Sono Maurizio, Fabrizio, Deborah, Hussein, Nicoletta. E altri 92mila in cassa integrazione. Le loro storie di come si sopravvive senza lavoro e i dati, preoccupanti, diffusi oggi dalla Cgil: che primo maggio sarà dopodomani?

Dopodomani è il primo maggio, ma i lavoratori a Milano avranno poco da festeggiare. Ci sono i dati diffusi oggi dalla Cgil per Milano, che fotografano una durissima realtà: 92mila lavoratori in cassa integrazione (le cui ore di straordinaria aumentano superando quella ordinaria), 27mila persone in mobilità, 20mila giovani inoccupati. Ma ci sono soprattutto loro, le persone colpite dalla crisi, spesso dimenticate.

Come Maurizio, 50enne, in cassa integrazione da 2 anni presso Pagine Utili, fondata 17 anni fa da Fininvest, poi ceduta e quindi messa in liquidazione. Assieme ad altri 42 colleghi, si è visto prorogare di scadenza in scadenza la cassa integrazione, fino al prossimo 31/12, quando, quasi sicuramente, scatterà la mobilità: nessun piano industriale e nessun futuro certo per l'azienda, ma soprattutto nessun intervento da parte di Fininvest o del nuovo proprietario Falciai per cercare almeno di garantire un reinserimento nel mondo del lavoro dei dipendenti. Cosa che, a 50 anni, non è facile. (per maggiori info https://liquidazionepagineutili.blogspot.com/)

Come Fabrizio, dipendente della Mangiarotti Nuclear: un'azienda che ha un forte mercato e non dovrebbe subire la crisi, producendo componenti per le centrali nucleari di mezzo mondo. Ma che invece decide di spostare la produzione a Monfalcone, in Friuli, per ridurre i costi, magari guadagnandoci un bel po' di quattrini dalla cessione dell'area in viale Sarca. Risultato: una grande industria ad elevata professionalità che smobilita e 100 dipendenti su 116 in cassa integrazione, che però non si arrendono, presidiano gli impianti e lottano per il futuro.

Come Deborah, 31enne ricercatrice presso l'università di Milano, vittima della crisi ma anche di quei continui tagli alla Ricerca nazionale: inserita in un sistema in cui gli assegni di ricerca durano 1 o 4 anni, in cui puoi fare contemporaneamente un'altra ricerca a patto di non guadagnare troppo (si parla massimo di 1500 euro lordi), in cui non vi sono né ammortizzatori, né tutele, né prospettive pensionistiche, né mutui concessi dalle banche, né concorsi, bloccati da anni. Ricercatori che sono fondamentali per mandare avanti le lezioni e gli esami delle università, ma che non hanno prospettive né vengono adeguatamente valorizzati come accade nel resto del Mondo.

Cgil Milano - Conferenza Stampa 1 maggio



Questi gli uomini e le donne, che oggi hanno raccontato la loro esperienza, insieme a Rita, Nicoletta, Raffaella e Hussain, per ricordare che la crisi va oltre i dati e oltre l'oblio frequente dei media.

Un intervento più concreto da parte delle istituzioni e degli imprenditori è necessario, soprattutto per favorire il reinserimento; lo sa la Cgil, che ha portato questi lavoratori oggi alla conferenza stampa in Camera del Lavoro, annunciando inoltre la possibilità di sottoscrivere accordi con Società Expo, Assolombarda, Provincia e Tribunale di Milano per fornire nuove opportunità a quanti perdono il posto di lavoro.

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