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Economia

"Strigliata" della Corte dei Conti a Lombardia Informatica: "Troppi costi"

La reazione della società in una nota che parla di "disinformazione". Ma i numeri sono spietati

Lombardia Informatica è sotto l'occhio del ciclone per via di una relazione della Corte dei Conti che si è tradotta in un dossier di sprechi da capogiro. Società interamente partecipata dalla Regione e nata soprattutto per produrre internamente software sanitari, che in realtà di fatto finisce con l'appaltare all'esterno, conta 466 dipendenti e ha un costo di funzionamento di 21,6 milioni di euro. Nel 2017 ha ricevuto (dalla Regione) incarichi per 222 milioni.

I suoi costi sono (proporzionalmente) 50 volte più alti rispetto all'Arca, altra società pubblica che funziona come "centrale acquisti". In Lombardia Informatica, infatti, i costi pesano per il 10% del volume d'affari; in Arca per lo 0,2%. Prendiamo per esempio i mezzi di trasporto: sembra che in Lombardia Informatica il taxi vada per la maggiore, mentre la Corte dei Conti asserisce che dovrebbe essere utilizzato solo in caso di impossibilità di raggiungere la sede di missione con mezzi ordinari, oppure se è provata la sua convenienza economica. Anche i biglietti aerei per le trasferte hanno prezzi troppo variabili per i giudici contabili: per un volo Catania-Milano si va da 38 a oltre 300 euro.

In totale, nel 2017, sono stati spesi circa 100 mila euro per viaggi e trasporti. Sempre sulle trasferte, Lombardia Informatica viene invece "assolta" circa gli affitti degli appartamenti per chi arriva dalle sedi distaccate in Sicilia, che alla fine vengono valutati come una buona scelta. Ma non è finita. Sotto accusa gli stipendi che secondo i giudici non sono sensibilmente diminuiti nonostante il numero inferiore dei dipendenti. Più nel dettaglio, ne hanno benificiato i manager, la cui busta paga media è di 117 mila euro e in aumento.

Più alto è il costo delle consulenze legali negli anni 2016-2017: ben 483 mila euro, nonostante Lombardia Informatica disponga di un ufficio legale interno. E il confronto analitico con Arca è impietoso. Lombardia Informatica costa 21,6 milioni e ha ricevuto incarichi per 222 milioni; Arca costa 10,7 milioni (la metà) ma ha ricevuto incarichi per ben 5,6 miliardi. 

Due le strade percorribili per la Corte dei Conti: accorpare Lombardia Informatica e Arca oppure internalizzare i prodotti e i servizi informatici in Regione Lombardia, assorbendo la partecipata in questione. Come si vede, manca la scelta di lasciare tutto così com'è. Eppure, nonostante le schiette parole dei giudici contabili, Lombardia Informatica decide di pubblicare una nota di risposta «a fronte della campagna di disinformazione promossa da alcuni organi di stampa». 

La replica di LI: "Disinformazione promossa dalla stampa"

«I dipendenti di Lombardia Informatica si fanno carico del coordinamento e della gestione di oltre 600 servizi applicativi in ambito sanità, agricoltura, territorio, ambiente e mobilità, servizi per cittadini ed imprese, programmazione economico- finanziaria, welfare regionale, comunicazione digitale», si legge nella nota.

In ambito sanitario vengono gestiste le prenotazioni, l'accoglienza, il fascicolo sanitario elettronico, le ricette elettroniche e così via. In ambito agricolo vengono gestite online 400 mila pratiche all'anno di 55 mila aziende agricole lombarde, oltre alla gestione grafica di 1,3 milioni di ettari di terreno agricolo.

E poi i servizi a cittadini e imprese, come dote scuola o dote unica lavoro. 400 mila domande gestite e più di 90 bandi all'anno, oltre alla piattaforma delle case popolari con la graduatoria "automatica e trasparente" delle candidature. «Un confronto serio fra tutte le società dell'information technology regionali potrebbe essere utile per capire i meccanismi operativi e i livelli di efficienza della società», si legge nella nota.

Fontana: "Rivedere LI"

Ma il presidente della Regione, il leghista Attilio Fontana, "raccoglie" il dossier della Corte dei Conti. «Ha fatto una 'due diligence' in questa direzione. Aspettiamo di parlare con i giudici per valutare quali saranno le conseguenze e poi prenderemo le decisioni del caso», ha affermato il governatore sottolineando significativamente: «Ritenevo che ci fosse qualcosa da rivedere nella gestione della società». Fontana non si è comunque sbilanciato, per ora, su quale strada potrà essere intrapresa.

Intanto si è scatenato il dibattito politico in Regione. L'opposizione di centrosinistra, in una nota congiunta di Pd, +Europa con Emma Bonino e Lombardi civici europeisti, parla di «carrozzone sovradimensionato e inefficiente, per anni terreno di pascolo del centrodestra». Il capogruppo della Lega Roberto Anelli replica che la 'due diligence' è stata chiesta direttamente da Fontana, ma i tre gruppi di centrosinistra affondano: «Chiediamo che la Regione compia presto scelte conseguenti e che si discuta in consiglio regionale della gestione delle partecipate».

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