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Economia Duomo / Via Torino

Freddo siberiano e porte dei negozi spalancate: così sale l'inquinamento

Pisapia aveva imposto di non tenere aperte le porte dei negozi per non aumentare inquinamento e consumi energetici. Ma in via Torino i negozi se ne infischiano: vetrine spalancate per "attirare clienti". Le foto

Il freddo siberiano continuerà a imperversare su Milano e provincia, almeno fino a venerdì 17 febbraio. Temperature ben al di sotto delle medie stagionali. Porte e finestre delle case sono ben chiuse. Quasi sigillate. Attente a non far passare neanche uno spiffero di aria fredda per non raffreddare l'ambiente. Ma in via Torino, celebre via dello shopping milanese, invece i negozianti non sembrano curarsene.

Porte aperte. Getti di aria calda investono i consumatori appena entrati nei punti vendita aperti. Con un passo, idealmente, si percorrono centinaia di migliaia di chilometri: si passa dalla Siberia alle Maldive. Una sensazione piacevole, bisogna ammetterlo, ma il tutto comporta una altissima dispersione termica. I commercianti, dal canto loro, si difendono dicendo che i negozi con le porte aperte aiutano ad attrarre i clienti. Il caldo che fuoriesce dalle botteghe, infatti, invoglierebbe i passanti ad entrare nei negozi in cerca di qualche capo di vestiario e di offerte.

La giunta di Giuliano Pisapia, nel dicembre scorso, aveva vietato ai commercianti di tenere aperte le porte dei negozi. Un'ordinanza antismog che aveva portato sanzioni economiche a diversi negozi del centro che - non rispettando il divieto - avevano lasciato aperte le porte dei propri negozi. Ma sembra che la lezione sia servita (serva) a poco. 

Negozi con porte aperte a Milano © Gemme/MilanoToday

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