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Pensionata di Milano scrive una lettera aperta a Matteo Renzi

"La burocrazia colpisce i pensionati", scrive. E racconta la sua storia: pensione minima aumentata (a 219 euro al mese) ma non è più considerata a carico del marito

Chissà se il premier le risponderà. Una pensionata di 70 anni, che vive in provincia di Milano, ha scritto una lettera al presidente del consiglio Matteo Renzi. Uno sfogo contro la burocrazia, anche se la donna - che vive a Dresano insieme al marito - precisa di non avercela con lu. "So che le scelte sono state fatte quando a Palazzo Chigi sedeva Mario Monti", specifica all'inizio.

La vicenda fotografa uno dei tanti paradossi "all'italiana". La 70enne percepisce una pensione minima che fino al 2012 sfiorava ma non superava il limite (2.840,51 euro all'anno) sotto cui ci si può dichiarare a carico del familiare. Il marito, in questo caso. Poi un aumento di 45 euro al mese, che ha prodotto il superamento della soglia. Risultato, la 70enne si è vista costretta a restituire all'Inps le detrazioni non più spettanti per il coniuge a carico: 690 euro. Che, rispetto ai 648 euro di aumento per la donna, è di più. "La percezione che si ha, che alimenta rabbia e disprezzo, è che si sia voluto incastrare i pensionati per fare cassa col minor sforzo possibile", commenta amaramente la donna.

Che prende 219 euro al mese, "compenso con cui - conclude - non è possibile ritenersi non a carico del marito".

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