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Economia

Protesta degli insegnanti, scrutini rimandati in 51 scuole

Martedì è partita la protesta degli insegnanti della provincia di Milano che hanno fatto saltare gli scrutini in 51 scuole superiori. A settembre è previsto un altri ciclo di scioperi che coinvolgeranno anche le scuole elementari

"Lo sciopero al tempo della crisi" potrebbe intitolarsi il capitolo di proteste che gli insegnanti delle scuole secondarie, hanno organizzato martedì con il sostegno della CUB e dei coordinamenti "3 ottobre" e "Movimento scuola precaria". Due giorni di blocco degli scrutini, in tutta Milano e nei comuni dell'hinterland: uno dei numerosi "io non ci sto" che in questi giorni risuonano in risposta ai provvedimenti presi dal governo negli ultimi mesi.

"Sono state 51 le scuole che hanno partecipato sulle110 totali - ha raccontato Elisabetta Daino di CUB-Scuola - E'stato uno sciopero strategico a massimo rendimento e minima perdita, infatti, abbiamo fatto saltare gli scrutini facendo mancare ad ogni consiglio una sola persona in modo che non ci fossero perdite economiche per tanti e inutilmente. Inoltre, per coloro che hanno scioperato, è stata istituita una cassa di solidarietà in modo da non penalizzare i colleghi che rappresentativamente hanno mancato all'appello".

Martedì mattina, davanti all'Ufficio scolastico provinciale di via Ripamonti, un presidio di insegnanti ha "consegnato a domicilio" dei rappresentanti del governo un primo segnale di rivolta da parte di una categoria di lavoratori colpita prima dal taglio degli organici e poi da quello delle retribuzioni; la manovra finanziaria, infatti, ha fatto svanire per 3 anni sia gli scatti di anzianità sia gli aumenti contrattuali previsti.

"Questa forma di protesta - ha spiegato Elisabetta Daino - è stata programmata apposta per non creare alcun danno agli alunni e allo stesso tempo per sensibilizzarle famiglie sui cambiamenti che stanno distruggendo la scuola e modificando in itinere la qualità dell'offerta formativa che era stata loro promessa".

Chiuso l'anno scolastico è già in programma, a settembre, una ripresa delle proteste "con altre forme di lotta e manifestazioni che coinvolgano un bacino più ampio di interessati: è a partire dalle elementari che la scuola è stata distrutta, con queste riforme, diminuendo fortemente l'organico e privando le strutture degli insegnanti specialisti di inglese e del personale a sostegno dei disabili. Il tempo pieno andrà scomparendo danneggiando le famiglie e impoverendo il percorso educativo".

Analogamente "Per la scuola secondaria, e soprattutto per gli istituti tecnici, i tagli di ore e di discipline impoveriranno la preparazione dei nuovi studenti - ha concluso Elisabetta Daino - senza contare che siamo già a giugno e dal ministero non è arrivata ancora nessuna indicazione sui nuovi piani di studio ".

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