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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia Porta Magenta / Corso Magenta

Raffaele Sollecito presenta a Milano la sua app per i morti

Dopo l'assoluzione per il caso Kercher, un'iniziativa imprenditoriale per mantenere anche "online" i ricordi delle persone care che non ci sono più

Un app per i morti. E dei morti. Riparte così Raffaele Sollecito, con una presentazione ufficiale nella sala Solari del Palazzo delle Stelline in corso Magenta a Milano, venerdì mattina. Ecco il suo progetto BeOnMemories, una piattaforma digitale gestita come un social network, che ha l’obiettivo di tenere vivo il ricordo dei propri cari estinti, grazie "agli innovativi servizi offerti".

Sollecito, sì, non è un omonimo. E' lui. L’ingegnere informatico conosciuto per le tristi vicende del caso giudiziario dell’omicidio di Meredith Kercher (Perugia, 1 novembre 2007), di cui inizialmente era stato ritenuto colpevole insieme a Amanda Knox e poi assolto in via definitiva nel marzo del 2015 per mancanza di prove. Del caso, naturalmente, non ne vuole parlare. Solo un breve accenno in fase di presentazione ("Mi conoscente purtroppo per un triste episodio... ") e poi via con la sua start-up.

Premessa doverosa: di primo impatto il sito è oggettivamente brutto. La grafica è quasi dozzinale, con molti font diversi e mischiati, colori sgargianti, e il tutto dà un'impressione generale di confusione. Alcune parti, come il "Chi siamo", non sono finite. Quindi i margini di miglioramento, tecnicamente parlando, ci sono. 

Ma come funziona nel dettaglio. Beonmemories è diviso in una parte shop e una social. Il servizio consiste nella manutenzione e nella consegna di fiori presso la cappella nel cimitero in questione, ricercato e visibile sulla mappa. La spedizione è gratis in quanto l’azienda prevede partner in loco. Lo scopo della parte social, invece, è quello di creare una community per condividere, postare un ricordo e mantenere viva l’immagine delle persone che non ci sono più, soprattutto se i cari abitano lontano dal luogo di sepoltura.

“La piattaforma è ancora in crescita, è un progetto nuovo che deve essere migliorato”, dice il 31enne. Per ora infatti si contano solo 15 partners anche se sollecito è ottimista di pensare che questi aumenteranno dopo la presentazione odierna. “L’ho ideato cinque o sei anni fa, quando ero ancora in carcere”, chiosa. Certo, l'argomento si presta a macabra ironia sulla sua passata situazione. Ma Sollecito non se ne preoccupa. E risponde alle critiche: “Proprio in cella ho avuto modo di pensare molto a mia madre, che era venuta a mancare un anno prima della mia incarcerazione. Non potevo ovviamente recarmi alla tomba e i parenti e gli amici mi mandavano una foto quando andavano a visitarla e a portare dei fiori”.

L'app è stata creata grazie a un bando della Regione Puglia per gli under 35 disoccupati, vinto subito dopo la sua assoluzione definitiva in Cassazione. E nell'attesa di sapere come il mercato reagirà all'iniziativa imprenditoriale, l’8 giugno verrà presentato il libro che tratta della sua vicenda giudiziaria. Lì, sì, è tutta un'altra storia. 

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