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Economia Trezzano sul Naviglio

Rimaflow, lo sfratto è rimandato a fine novembre: la fabbrica occupata "respira"

La decisione dell'ufficiale giudiziario

Non è un buon momento per Rimaflow, lo stabilimento di Trezzano sul Naviglio autogestito dalla cooperativa degli ex lavoratori della Maflow, che si sono "reinventati" un lavoro dopo la chiusura dell'attività da parte della loro precedente azienda, che ha trasferito la produzione in Polonia. Formalmente il capannone è occupato e la cooperativa è sotto sgombero.

La data dell'esecuzione è stata però rinviata al 28 novembre dall'ufficiale giudiziario: una boccata d'ossigeno per la cooperativa che, da sei anni, cerca di ottenere la regolarizzazione della propria presenza. Un'intesa è già stata sottoscritta con il Comune di Trezzano sul Naviglio: il testo è in prefettura e, da 16 mesi, Unicredit (proprietaria del capannone) non invia le sue osservazioni, ma chiede che tutta la Rimaflow cessi l'attività nella struttura.

L'autogestione sta consentendo (da anni) a circa 120 persone di continuare a lavorare in varie attività. Nel frattempo è ancora in carcere Massimo Lettieri, presidente della cooperativa, arrestato nel mese di luglio 2018 nell'ambito di una inchiesta sullo smaltimento illecito di rifiuti. Lettieri, arrestato insieme ad altre otto persone, è stato coinvolto perché alcuni reati sarebbero stati commessi all'interno del capannone di Rimaflow, che affitta a soggetti esterni parte dello spazio.

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