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Economia Gratosoglio / Via dei Missaglia

Lavoratori del call center: "Tra meno di un mese il vostro posto di lavoro è in Calabria"

La lettera recapitata a 65 operatori di Almaviva con il trasferimento "forzato". Per i sindacati è "licenziamento mascherato"

Trasferirsi da Milano in Calabria in meno di un mese per salvare il proprio posto di lavoro. E' il destino di (finora) 65 dipendenti di Almaviva, tra i leader mondiali nel settore del call center con 45 mila addetti nel mondo. Tutto nasce quando la società ha perso la commessa di Eni: a quel punto, i vertici hanno proposto cassa integrazione a zero ore, straordinari non pagati, turni più rigidi e controlli a distanza. Un accordo firmato da una sigla sindacale (Fistel-Cisl) ma non dalle altre due confederate (Slc-Cgil e Uilcom-Uil), e rigettato dal 75% dei lavoratori con il consueto referendum interno.

Diverse persone pensano quindi che questa sia una sorta di "rappresaglia" dell'azienda. Che l'11 ottobre ha spedito 64 lettere ad altrettanti dipendenti di Milano (su circa 500) per spiegare loro che, dal 3 novembre, il posto di lavoro sarà a Rende, in provincia di Cosenza. I lavoratori hanno scioperato sabato 14 ottobre, con presidio alla sede milanese di via dei Missaglia. 

Il trasferimento "forzato" viene visto come un licenziamento mascherato, perché è evidente che non tutti i lavoratori (forse, anzi, solo una piccola parte) potranno trasferirsi in Calabria all'improvviso. I casi della vita sono infiniti: chi ha un anziano in casa e deve curarlo, per esempio, come farà? Per non dire di madri con figli piccoli. Francesco Aufieri della Slc-Cgil parla di "nuova catena di montaggio" e di "convinzione che i lavoratori debbano essere spremuti". 

Dall'azienda provano a difendersi spiegando che il mercato è cambiato totalmente negli ultimi anni e che la possibilità di lavorare in Calabria mantiene "il lavoro in Italia". Basterà a convincere i dipendenti che hanno ricevuto la lettera a trasferirsi con così poco preavviso?

Aggiornamento: dietro front dell'azienda dopo l'intervento del Governo, sospeso il trasferimento

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