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Economia

Maxi sequestro di vini in cantina dell'Oltrepò, "trema" tutto il territorio

Si tratta della più grande cooperativa vinicola lombarda. Vendemmia 2015 a rischio?

Un vero "terremoto" si abbatte sull'Oltrepò Pavese, terra famosa in tutto il mondo per i suoi vini. Il 22 luglio il maxi sequestro di 17 milioni di litri a Broni e Casteggio, nella Cantina Terre d'Oltrepò, la più grande cooperativa vinicola della Lombardia. Motivo, certificazioni false. O, per usare le parole della guardia di finanza: "La cantina commercializza imponenti quantitativi di Doc/Igp/Igt dell'Oltrepò Pavese, per origine, provenienza e qualità diverso da quello dichiarato e del tutto incompatibili con l'effettiva quantità e qualità di uva prodotta e conferita dai soci".

L'intero consiglio d'amministrazione della cantina è indagato. La novità sta nel fatto che una parte del vino potrà essere rimessa in vendita per decisione del tribunale del riesame. Per la precisione i vini doc e docg, mentre restano sotto sequestro gli igp e igt. Si tratta, per la cronaca, della vendemmia del 2014. Ma le indagini non si fermano: guardia di finanza, corpo forestale dello stato e ispettorato anti frodi daranno la "caccia" al vino già distribuito ai grossisti e ai commercianti.

Nessun pericolo per la salute delle persone: si tratta di un'ipotesi di frode esclusivamente commerciale, che apre scenari di preoccupazione nell'intero territorio visto che i viticoltori soci sono circa 900 e visto che, per 250 di loro, si stanno vagliando le posizioni: potrebbero avere tratto alcuni vantaggi dalla frode stessa. Anche i sindaci del territorio sono in subbuglio e si sono riuniti (una cinquantina) per discutere la situazione.

Gli amministratori della cantina, intanto, vanno avanti: ma nel cda sono stati cooptati due "membri di garanzia". Si tratta del presidente di Coldiretti Lombardia, Ettore Prandini, e del presidente di Confcooperative Lombardia, Maurizio Ottolini. Ma la questione non è chiusa: il ministro dell'agricoltura Maurizio Martina vuole vederci chiaro e, per il 6 agosto, è in programma un vertice al ministero. Il caso diventa dunque nazionale e si parla già di un commissariamento della cantina.

Inoltre, è alle porte la vendemmia 2015. La cantina ha ancora le cisterne piene del vino del 2014 e mancherebbe lo spazio per stoccare le uve che verranno raccolte a breve.

Ma esattamente che cosa veniva fatto nella cantina? E' presto per essere precisi, ma La Provincia Pavese riassume l'elenco degli acquisti (in nero) che non 'quadrano'. La cantina si procurava grandi quantità di zucchero, così come mosto concentrato, acido tartarico, carbone per uso enologico (per decolorare il vino), glicerina (per ammorbidirne il gusto). Per la glicerina, l'uso nel vino è totalmente vietato. Per gli altri prodotti è consentito ma con regole predeterminate e soprattutto annotando in registri speciali di cui gli investigatori non hanno trovato traccia.

E' stata invece trovata una ricetta in un documento informatico del 2007, con l'indicazione di aggiungere quelle sostanze al vino. E gli investigatori avrebbero anche le ammissioni di alcuni enologi che hanno lavorato per la cantina. Tra le alterazioni anche il "taglio" del vino utilizzando uve diverse in quantità superiori al consentito. 

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