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Economia

Giovani e lavoro, sondaggio S&G Kaleidos: lo stipendio il fattore più importante nella scelta

Secondo l'indagine realizzata per il mensile della Cisl di Milan per un giovane milanese su due è lo stipendio il fattore determinante nella scelta del lavoro

Il fattore economico è l'aspetto che i giovani tengono più in considerazione per scegliere un lavoro.  Soltanto il 20% di loro svolge un’attività corrispondente al titolo di studio e  solo il 18,8% ha un contratto a tempo indeterminato. Sono questi i dati emersi da uno studio condotto da S&G Kaleidos per Job, il mensile free press della Cisl di Milano.
 
“I risultati del sondaggio – afferma il segretario generale della Cisl di Milano, Danilo Galvagni – sono in linea con le tendenze generali di questi anni. Il lavoro è diventato sempre più flessibile e precario e, purtroppo, sempre meno un modo per realizzarsi, per mettere in gioco le proprie capacità. Non a caso molti, per quanto riguarda l’occupazione, dicono di guardare soprattutto allo stipendio e devono ripiegare su mansioni che non corrispondono alle proprie aspettative e inclinazioni. Il rapporto con il lavoro mi pare quasi utilitaristico: il lavoro è un mezzo per fare altro, la vita è altrove. E questo è un problema su cui dovremmo interrogarci tutti: parti sociali e istituzioni. Trovo positivi i giudizi sul sindacato che, nonostante le sue fatiche e i suoi detrattori, resta un punto di riferimento anche per i giovani”.

L’indagine nel dettaglio.
Ha preso in esame un campione di persone di Milano e provincia, divise in fasce d’età (18-24 anni e 25-34 anni). Tra queste, lavora il 59,8% (51%: 18/24; 68,6: 25/34), non lavora il 20,3%, non risponde il 19,9%.

Tipologia contrattuale. Tra chi è occupato, il 27,4% ha un contratto a tempo determinato/a termine, il 22,2% a progetto/di collaborazione, il 18,8% a tempo indeterminato (12,2%: 18/24; 25,3%:  25/34), il 12,2% interinale, il 6,6% è socio di una cooperativa, il 5,1% lavora in nero.

Cosa conta di più nella scelta di un lavoro. Il 50,2% ha detto che l’aspetto di maggior peso è quello “economico/stipendio”, il 26,1% “l’inquadramento professionale”, il 10,5% la “tipologia contrattuale” e il 6,9% la “vicinanza al luogo di residenza”.

Canali di reclutamento. Il 36,6% ha trovato lavoro tramite un’agenzie del lavoro, il 23,3% grazie a  conoscenze, il 16,6% con annunci di lavoro, il 9,9% navigando su internet (il 12% nella fascia 18-24 anni), il 4,1% attraverso la scuola.

Corrispondenza con titolo di studio e aspirazioni.
Solo il 20,5% svolge una professione che corrisponde al proprio titolo di studio. Il 35,9% “in parte”, il 36,6% “no”. Alla domanda “In relazione alle offerte di lavoro che ha visionato…” il 37,7% ha risposto di “avere accettato anche se non era esattamente ciò che cercavo”, il 26,9% di avere “trovato ciò che mi interessava”, il 16,6% di non avere “trovato niente che facesse al mio caso” e il 10,5% ha detto che le proposte interessanti “offrivano un salario basso”.

Lavorare all’estero. Quasi un giovane milanese su due (48,4%) ha dichiarato di essere disponibile ad andare a lavorare all’estero. Ha detto “no” il 41,4%.

Giovani e sindacato. I giovani mostrano ancora fiducia nel sindacato. Alla domanda: “Lei pensa che tra le priorità delle organizzazioni sindacali ci sia la questione giovanile?” il 29,4% ha risposto “sì, anche se la situazione del mondo del lavoro non è semplice”, il 20,2% “sì, anche se potrebbero fare molto di più”, il 18,8% “sì, ma le Istituzioni sono assenti”. Quelli che hanno detto “per ora no” sono il 16,1%.

Lavoro e sicurezza. Gli intervistati sottolineano che la sicurezza nei luoghi di lavoro è ancora un problema, non solo per colpa delle aziende. Secondo il 35,5% “le imprese ne richiedono il rispetto ma talvolta i lavoratori non hanno consapevolezza dei rischi che corrono sul luogo di lavoro”, per il 29,6% “nonostante una buona normativa ancora oggi non vi è piena applicazione”. Infine a giudizio del 18,3% “i datori di lavoro non rispettano la normativa”.

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