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Blau elia festa

Con il progetto espositivo Blau Elia Festa mette in dialogo con l’acqua e con l’elemento fluido le forme sfumate e quasi caleidoscopiche delle sue immagini nelle quali la stabilità della dimensione corporea e figurativa si intreccia e si deforma sfruttando le inesauribili potenzialità della tecnologia.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

BLAU Elia Festa A cura di Giancarlo Lacchin Fortunato D’Amico Vittorio Erlindo Acquario Civico di Milano dal 18 settembre al 3 novembre 2019 Presentazione alla stampa 17 settembre ore 11.00 Dal 18 settembre al 3 novembre 2019, l’elegante edificio liberty di inizio Novecento che ospita l’Acquario Civico di Milano accoglierà tra le sue pareti e le sue vasche la mostra BLAU dell’artista Elia Festa con la curatela di Giancarlo Lacchin, Fortunato D’Amico e Vittorio Erlindo, promossa dal Comune di Milano – Cultura e dall’Acquario – Civica Stazione Idrobiologica di Milano e organizzata da Opera d’Arte Milano. Conosciuto e apprezzato come fotografo già alla fine degli anni settanta oggi Elia Festa è un artista visivo che cattura con il suo obiettivo dettagli di oggetti comuni, di architetture, di fenomeni, di luci che spesso sfuggono allo sguardo comune. Li rimaneggia, ne coglie l’essenzialità, ne scruta l’animo svelandone la parte più profonda e nascosta. E così le sue opere, che inizialmente possono sembrare macchie astratte e informi, ad un occhio attento rimandano a paesaggi suggestivi lontani che accendono emozioni e curiosità. Le opere di Festa si muovono dalla realtà scrutando i particolari, scoprendo riverberi che definiti dall’occhio assumono una nuova vita indipendente. Con il progetto espositivo Blau Elia Festa mette in dialogo con l’acqua e con l’elemento fluido le forme sfumate e quasi caleidoscopiche delle sue immagini nelle quali la stabilità della dimensione corporea e figurativa si intreccia e si deforma sfruttando le inesauribili potenzialità della tecnologia. La mostra, che si avvale anche della collaborazione dell’architetto Giovanni Ronzoni, si compone di fotografie, sculture e installazioni che, in dialogo con lo spazio circostante, invitano a una riflessione sul tema del difficile rapporto fra uomo e ambiente con particolare riferimento allo sfruttamento delle risorse idriche e al fenomeno delle cosiddette “isole di plastica” che infestano ormai da tempo i nostri mari. In questa mostra, che ha trovato l’importante sostegno di Corepla, il Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, Festa si confronta con un ambito del tutto nuovo per la sua “poetica” fornendo un’interpretazione artistica sul tema delle plastiche e della catastrofe ambientale che rischia di provocare ferite insanabili al nostro Pianeta. In tale prospettiva, con le 40 opere esposte (opere visive, installazioni, realtà virtuale) l’artista agisce sull’immagine creando corrispondenze inaspettate con la realtà ed esaltando simmetrie che solo l’immaginazione riesce nel compito di scoprire e portare a espressione. Il percorso espositivo inizia con la sezione “lo specchio d’acqua” composta da un grande ledwall a pavimento che ricrea un ambiente marino di fantasia in cui piante e animali interagiscono come fossero in un oceano in miniatura. È il primo contatto con le tematiche della mostra: i visitatori calpestano il monitor contaminando un ambiente che, prima del loro passaggio, vive indisturbato. Lo spazio successivo denominato “Il vortice” è caratterizzato da una installazione artistica che rappresenta un labirinto realizzato con pareti di plastiche riciclate nel quale il visitatore vivrà una sensazione di fastidio e smarrimento venendo in continuo contatto con materiali plastici. Segue la zona delle “vasche dei pesci” con opere luminose che richiamano lo scioglimento dei ghiacciai fino ad arrivare al “giardino d’inverno”, cuore dell’esposizione, con 14 grandi opere dell’artista rappresentative della tematica dell’acqua nelle sue diverse forme. Il percorso espositivo, fortemente esperienziale per il visitatore, si chiude con “la sala dell’Immersione” nella quale un gioco di proiezioni di opere di Festa su temi legati all’acqua e alle plastiche, accompagnato da effetti musicali con musiche di Piero Salvatori, accresce la suggestione di camminare su fondali oceanici al di sotto delle grandi isole di plastica, completamenti immersi nell’acqua. I visitatori diventano quindi ospiti in un ambiente di cui al contempo scoprono di essere la causa del disagio che hanno nell’esplorarlo. È importante segnalare che lungo il percorso sono inoltre collocate le opere di altri artisti, chiamati da Elia Festa a dialogare con lui sui temi del cambiamento climatico e della salvaguardia ambientale. L’installazione di Alfredo Rapetti Mogol, in cui il trasferimento della parola alla “visione artistica” assume sempre di più connotati tangibili e corporei, segnala l’ingresso alla mostra e al tragitto che il visitatore dovrà compiere all’interno di un breve labirinto per accedere, poi, agli altri spazi espositivi. Eve Carcan, il duo artistico formato da Claudia Cantoni e Patricia Carpani, è presente con un’opera dedicata ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile promulgati dall’Agenda 20130 delle Nazioni Unite. In accordo con Michelangelo Pistoletto è allestito un Terzo Paradiso. Per la sua rappresentazione sono utilizzati alcuni dei quadri realizzati da Elia Festa sul tema dell’inquinamento dei mari a causa delle plastiche. Intorno al segno di Pistoletto sono inoltre posizionati dei leggii nei quali sarà possibile leggere i testi di Alfredo Rapetti Mogol Cheope e di Giulio Rapetti Mogol, che hanno per argomento l’acqua e il mare. Durante il periodo della mostra è previsto lo svolgimento di incontri sul tema del rapporto fra arte e sostenibilità, oltre a iniziative didattiche per bambini, scuole e famiglie gestite dall’Associazione Verdeacqua. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira Edizioni contenente testi introduttivi a firma dei curatori Giancarlo Lacchin, Fortunato D’Amico e Erlindo Vittorio. Il materiale sulla mostra è scaricabile dal sito www.blau.eliafesta.it Note sull’artista Elia Festa giovanissimo incontra l'artista Ibrahim Kodra e inizia a frequentare il suo studio e con lui tutto il mondo dell’arte Milanese, e in particolare Pierre Restany che lo introdurrà alle prime mostre “L’età del pensiero” e “Riflessioni”. Lavora come free-lance per la Young & Rubican Agency. Collabora con Photology Milano e Londra dal 1993 realizzando reportage e ritratti in gallerie di tutto il mondo, Conosce e frequenta molti tra I più importanti fotografi del ‘900, tra cui il Maestro Mario Giacomelli con il quale instaura un rapporto di amicizia e artistico. Con Photology partecipa ad Artbasel ‘96 e AIPAD New York ’96-’97-’98-’99. Nel 2000 espone a Villa Impero-Photology Bologna e pubblica per Photology il lavoro decennale, di genere ritratto e atmosfera, nella rassegna dei grandi autori della fotografia internazionale ”100 al 2000”. Incontra il regista Salvino Raco con il quale realizza nel 2006 la Performance “La corsa di Sizwe Kondhile” le cui opere fotografiche vengono proiettate alla Triennale di Milano. Ispirato da questo lavoro realizza il progetto “It’s about blood”, dedicato a Nelson Mandela e al dolore e all’anima del grande sacrificio umano della storia Africana. Nel 2010 presenta “Microbi” alla galleria “Studio Visconti” di Milano. Nel marzo 2013 presenta il lavoro “Black Lights” alle Officine Creative Ansaldo di Milano, lavoro sulla violenza alle donne, ai minori, ai portatori di handicap in collaborazione con il regista Salvino Raco, l’Università Bicocca di Milano e l’Ambasciata di Svezia. Nel 2015 – Last Supper a Estearte International Contemporary Art Fair - Punta dell’Este – Uruguay e Photology Garzon Uruguay e sempre nel 2015 - SI.C.L.A.; Questo ricordo lo vorrei raccontare - Photology - Noto – Italy. Nel 2016 “Giants & Microbi” – Mondogaleria – Madrid – Spagna. Nel 2017 – “Tekton” - Zona Maco Mexico Arte Contemporaneo – Mexico City, sempre nel 2017 – “Sprint Time Table” con Matteo Fantoni e Paula Lattes - Pau Design Container - Milan – Italy e “Long Playing Table” - “David Bowie Tribute” curate da Monica Colussi, Londra. Nel 2017 al Palazzo delle Stelline di Milano presenta “Nato soprattutto a Milano” mostra antologica curata da Fortunato D’Amico che dice di lui: “La luce è per Elia Festa il materiale protagonista assoluto dell’arte”. Nel 2018 inizia importante collaborazione con Accenture con il lavoro “È importante far respirare la mente”

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