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Concerto al buio: Conservatorio esaurito e ovazione per Cesare Picco

Durante la serata, promossa l'attività di una Onlus sulla cecità evitabile nel Sud del mondo

E' stato un grande successo il concerto al buio del pianista e compositore vercellese (ma milanese d'adozione) Cesare Picco, 49 anni, e di altri nove musicisti con lui sul palco della Sala Verdi del Conservatorio di Milano. Più di 1.400 persone hanno segnato il "tutto esaurito" e qualche centinaio era fuori in "lista d'attesa" nel caso in cui, all'ultimo momento, si fosse liberato qualche posto.

Il format del blind date concert è stato ideato dallo stesso Picco qualche anno fa, come esperienza sensoriale che lascia spettatori e musicisti al buio completo per circa mezz'ora: le luci, infatti, dopo qualche minuto dall'inizio del concerto calano lentamente. Poi, verso la fine, si riaccendono (sempre in modo progressivo) e tornano al "naturale" per la fine dello spettacolo.

Il concerto è a fini benefici: viene infatti organizzato da Cbm Italia Onlus, di cui Picco è ambasciatore dal 2013, parte di Cbm, 110 anni di storia per aiutare chi nel Sud del mondo soffre di cecità evitabile. Si parla di oltre 200 milioni di persone, in tutto il mondo, cieche o ipovedenti, di cui ben il 90% nei Paesi in via di sviluppo, dove ovviamente anche una (per noi "semplice") operazione di cataratta può essere eseguita soltanto con un aiuto esterno. 

E durante la serata, i vertici di Cbm Italia e l'anchorman Daniele Bossari hanno raccontato i progetti dell'organizzazione attraverso la storia di un bambino e una bambina ruandesi che, grazie alle donazioni, hanno potuto sottoporsi all'operazione di cataratta a entrambi gli occhi e riacquistare la vista. 

Dalla luce al buio e di nuovo alla luce: il concerto "cieco" riproduce perfettamente lo scopo e le attività di Cbm, ovvero riportare la luce nelle persone non vedenti. ll concerto milanese non è un "unicum" ma l'inizio di un tour che toccherà anche Verona, Siena, Trento, Como, Genova e Asti da ottobre a dicembre 2018.

La musica avvolgente e onirica di Cesare Picco, con citazioni colte dal jazz alla classica (la maggior parte degli ascoltatori riconoscerà una variazione del "Chiaro di Luna"), accompagna gli spettatori durante la mezz'ora di buio completo. Alla fine della serata si resta colpiti su quanto possa essere complicato, per Picco e gli altri artisti sul palco (l'ensemble "Il Canto di Orfeo", il quartetto d'archi de "I Virtuosi Italiani", Aram Ipekdjian al duduk e Jennifer Pipolo alle percussioni), riuscire a trovare la concentrazione per suonare nell'oscurità totale. Per tutti loro inevitabile l'ovazione del pubblico. E si va via, verso le luci serali di Milano, con la sensazione che alle spalle dell'evento ci sia un lavoro importante, che merita di essere conosciuto e sostenuto. 

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