Bossa, swing e samba con il duo Falanga-Cazzaniga all'Alchimia
Hanno appena inciso un disco (“Juke box sentimentale”), raccolta di autentici gioielli della canzone d’autore italiana, con brani - sapientemente riarrangiati - di Bruno Martino, Lelio Luttazzi, Piero Umiliani, Fred Buscaglione e molti altri. Ma il primo amore della vocalist Deborah Falanga e della polistrumentista Rosella Cazzaniga (nella foto) è il jazz e, proprio nell’ambito della rassegna Alchimia Jazz, le due artiste si esibiranno mercoledì 17 febbraio all’Alchimia di Milano, il raffinato Suite Bar e Steak&Wine Restaurant di via Francesco Brioschi 17 (quartiere Ticinese): questa manifestazione, diretta da Fabio Diana, responsabile artistico del jazz club Bonaventura e di altri eventi culturali, prevede appuntamenti con la musica dal vivo e di qualità tutte le settimane, fino a fine febbraio, con alcuni dei più noti e apprezzati artisti della scena milanese e nazionale.
Mercoledì 17 febbraio (ingresso libero, prima consumazione 10 euro) Deborah Falanga e Rosella Cazzaniga proporranno un viaggio nel tempo attraverso i generi musicali: veri e propri dialoghi sonori dagli anni '30 ai giorni nostri, dallo swing alla bossa nova, dal samba agli standard jazz, dal soul al funky. Il tutto con una complicità sorprendente, che non è solo un dialogo tra voce e strumento, ma anche tra artiste e pubblico, tra palcoscenico e platea.
Tra i concerti in programma nel mese di febbraio all’Alchimia ricordiamo anche quello di mercoledì 24, quando nel ristorante di via Brioschi si esibirà la Blue Time Society, formazione nata dall’incontro tra quattro artisti di differente provenienza geografica e musicale, ma tutti accomunati dalla fascinazione per il jazz. Questo gruppo propone un progetto musicale di ricerca che, accanto alla sperimentazione nell’ambito del repertorio jazzistico classico (cioè di stampo americano), reinterpreta con arrangiamenti originali brani che, per notorietà o per la particolare bellezza dei temi, possono definirsi comunque standard, anche se di origine stilistica diversa da quelle del jazz tradizionale. Il risultato è una scoperta per gli stessi musicisti, che ritrovano un insospettabile fil rouge a fare da collante ai rispettivi background artistici e a tradizioni musicali apparentemente molto lontane tra loro.