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Milano dopo il lockdown, riapre il Conservatorio. Il primo concerto dedicato a Ezio Bosso

Sul palco la violinista Anna Tifu e il pianista Giuseppe Andaloro. Musica da grande pubblico, ma le regole impongono al massimo duecento persone. Un segnale importante per la città di Milano

Duecento spettatori, non uno di più, e la Sala Verdi del Conservatorio di Milano "piena" - nel senso della capienza massima, con le regole post lockdown - ma senza poter restituire l'impatto da teatro gremito. Di più non si può fare per il primo concerto al Conservatorio dopo che, dal 15 giugno, il Governo ha dato il via libera allo spettacolo dal vivo, con regole stringenti e, purtroppo, antieconomiche per molti operatori. La Società dei Concerti ha però deciso di dare un segnale con due doppi appuntamenti, alle 17.45 e alle 20.45 di mercoledì 24 giugno e mercoledì 1 luglio. 

Programmi da grande serata, artisti di fama internazionale, prezzo "politico" (5 euro) perché, appunto, è un segnale di ripartenza. Il pubblico fa la fila ordinata per ritirare i biglietti prenotati online, poi si siede in platea. Rigoroso il rispetto della distanza con tre poltrone vuote tra uno spettatore e l'altro, disallineati di fila in fila. Ci si sente soli anche se accompagnati, ma si può conversare lo stesso in attesa che la musica inizi.

Abitudini ritrovate

In sala si respira una atmosfera di normalità, mascherine a parte, e di fiducia. Prevalgono emozioni positive, di abitudini ritrovate, di musica finalmente di nuovo dal vivo, rispetto a paure e precauzioni che pure, ovviamente, vengono prese da tutti. «Lo abbiamo chiamato "concerto daccapo"», ha dichiarato Enrica Ciccarelli, presidente della Fondazione Società dei Concerti, presentando la serata: «Si addice al momento perché non vediamo l'ora di ricominciare al cento per cento con la musica che possiamo offrirvi, gli artisti che possono esprimersi e non vedono l'ora di farlo».

Per fare risuonare di nuovo la musica in una sala milanese sono stati invitati la violinista Anna Tifu e il pianista Giuseppe Andaloro, un duo rodatissimo anche a livello internazionale, con un programma che strizza l'occhio al gusto popolare: l'omaggio a Beethoven con la quinta sonata per violino e pianoforte (la Primavera), la rapsodia Tzigane di Ravel e la Fantasia sulla Carmen di Sarasate. Tra i bis, Andaloro ha proposto un suo arrangiamento per pianoforte di Bohemian Rhapsody dei Queen. 

La dedica a Ezio Bosso

«Ringrazio i grandissimi artisti italiani che abbiamo invitato», ha spiegato la Ciccarelli, «questo è forse il momento per dare più spazio ai nostri artisti che non hanno nulla da invidiare ai grandi internazionali». La Tifu e Andaloro hanno a loro volta ringraziato il pubblico e la Società dei Concerti per questo ritorno sul palcoscenico dopo tanto tempo e hanno dedicato la serata a Ezio Bosso, il compositore e direttore d'orchestra scomparso a metà maggio a 48 anni a causa di una grave malattia neurodegenerativa, con cui la Tifu ha suonato diverse volte negli ultimi anni.

La "prova" di ripartenza è dunque perfettamente riuscita. Quasi nulla è stato "minimalista": non gli interpreti, non il programma, non l'organizzazione. Il concerto è durato un'ora abbondante, meno della media, ma non aspettiamoci "tutto subito". Occorreranno riflessioni per rendere compatibili gli spettacoli dal vivo, anche organizzati da soggetti non sovvenzionati dallo Stao, con le regole anti-Covid. Le limitazioni alla capienza, in particolare, saranno sicuramente ripensate. Ma si procede a piccoli passi. E il Conservatorio riaperto è sicuramente un piccolo passo che la città aspettava.

Andaloro: «Operatori reagiscono con coraggio e spirito d'iniziativa»

«Tutti sappiamo quanto il mondo dello spettacolo abbia sofferto in questo periodo di lockdown, la musica classica in particolar modo. E' l'esperienza del concerto dal vivo a trasmettere le emozioni più forti, che si affievoliscono nelle riproduzioni virtuali», dichiara Giuseppe Andaloro a MilanoToday dopo il concerto spiegando di non avere aderito alle esibizioni "online": «Un po' perché sono stati momenti di grande sofferenza che volevo rispettare col silenzio, un po' perché un concerto da casa avrebbe sacrificato troppo la musica».

«Tutti noi artisti abbiamo bisogno del nostro pubblico e del suo calore», prosegue il pianista: «Negli scorsi mesi sono stato fortemente preoccupato per il futuro del mondo della musica, che già in tempi normali non navigava in acque troppo tranquille; ma ora vedo che gli operatori del settore stanno reagendo con positività contagiosa, con estremo coraggio e grande spirito di iniziativa».

Prevale quindi la fiducia: «Oggi ne abbiamo avuto una bella dimostrazione, da parte della Società dei Concerti che ha voluto scommettere sul pubblico milanese, da parte degli affezionati che nonostante la paura ancora presente sono venuti numerosi, e anche da parte mia e di Anna che abbiamo subito dato la nostra disponibilità per questo evento che, sono sicuro, segna l'inizio di una ripartenza molto positiva», conclude Andaloro.

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