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Scoperto il primo dinosauro erbivoro in Italia: da mercoledì in mostra a Milano

Annunciato il ritrovamento del primo sauropode nel nostro paese: risale a 113 milioni di anni fa, si chiama Tito ed era un adolescente. Dal 20 aprile sarà esposto al Museo di Storia Naturale

C'è un po' di Milano nell'importantissima scoperta paleontologica annunciata martedì 19 aprile al Museo di Storia Naturale: è stato ritrovato il primo dinosauro sauropode italiano, risalente a 113 milioni di anni fa. A partire dal 20 aprile, infatti, le ossa estratte e una ricostruzione dell'animale saranno esposte nella Sala dei Dinosauri del Museo.

Come ha spiegato Domenico Piraina, direttore del Museo di Storia Naturale di Milano, nel 1998 venne ritrovato Ciro, carnivoro bipede e primo dinosauro in assoluto in Italia. Quello annunciato costituisce invece il quinto rinvenimento nel nostro paese, oltre che il primo in assoluto di un sauropode, ovvero di un erbivoro quadrupede dal collo lungo. Ben tre dei cinque dinosauri italiani sono stati studiati a Milano, presso l'MSN.

Il ritrovamento, a Rocca di Cave, nei pressi di Roma è avvenuto per puro caso: Antonio Bangrazi stava costruendo un muretto a secco e osservando le rocce ha notato alcuni strani inclusi. Ma l'importanza del rinvenimento è stata compresa solo anni dopo, quando Bangrazi ha mostrato i massi a Gustavo Pierangelini, che a sua volta li ha sottoposti alla valutazione di Cristiano Dal Sasso, del Museo di Storia Naturale di Milano. Allora si è capito che doveva trattarsi di ossa fossili. 

Ricostruzione del dinosauro scoperto (foto Dragotto/MilanoToday)

A partire dalla vertebra e dalle due ossa estratte si è desunto che l'animale rappresenta un esemplare adolescente di un dinosauro mai visto prima in Italia. Soprannominato Tito, come l'imperatore, il sauropode aveva un cranio di dimensioni ridotte, un collo lunghissimo e una coda molto estesa. Nonostante appartenesse ai Titanosauri inoltre, i più grandi animali terrestri mai esistiti, Tito era quasi un nano rispetto a loro, infatti non era più alto di 6 metri.

Allo studio che è seguito su Tito hanno partecipato Gustavo Pierangelini, ingegnere e paleontologo autodidatta, Federico Famiani, del Parco Regionale Monte Subasio, Andrea Cau, dell'Università e Museo "Capellini" di Bologna, e Umberto Nicosia, de "La Sapienza" di Roma. Il team è stato capitanato da Cristiano Dal Sasso. 

Ad affiancare il gruppo di ricerca, il Politecnico di Milano, altra eccellenza della nostra città, che ha mappato la vertebra fossile consentendone la riproduzione in tre copie grazie all'uso di stampanti 3D. Ciò ha permesso di risalire al funzionamento della coda dell'animale: pare che Tito la usasse come puntello per alzarsi sulle zampe posteriore e brucare le chiome degli alberi.

La scoperta è particolarmente rilevante in quanto prova che nel Cretaceo inferiore la nostra penisola formava un ponte tra Africa ed Europa attraverso il Mare di Tetide, antenato del Mediterraneo. 

L'Assessore alla Cultura Filippo Del Corno ha sottolineato l'importanza dell'evento e il ruolo dei musei civici di Milano che, oltre a costituire luoghi di divulgazione, continuano a essere particolarmente attivi nella ricerca scientifica. «Quanto a questa scoperta» ha aggiunto Del Corno, «sarà particolarmente gradita ai milanesi più importanti: i bambini».

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