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"Jean Tinguely. Si c’est noir, je m’appelle jean" - Mostra, opening 16 febbraio

Riprendendo il titolo di un’opera del 1960, l’Istituto Svizzero di Milano si pone l’intento di ricordare al pubblico italiano la ribollente personalità di Jean Tinguely (1925-1991), artista e scultore svizzero. In mostra opere, disegni, documenti e filmati dell'artista.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

JEAN TINGUELY. SI C'EST NOIR, JE M'APPELLE JEAN Opening giovedì 16 febbraio, ore 18.30 In mostra dal 17 febbraio al 22 marzo 2017 Istituto Svizzero, Milano via Vecchio Politecnico 3 ingresso libero ____ Riprendendo il titolo di un'opera del 1960, l'Istituto Svizzero di Milano si pone l'intento di ricordare al pubblico italiano la ribollente personalità di Jean Tinguely (1925-1991), ricollegandosi alle varie commemorazioni ed eventi nazionali e internazionali che nel 2016 hanno celebrato i 25 anni dalla scomparsa dell'artista. Nel 1960 lo scultore svizzero si affermava come un elemento di capitale importanza nel pensiero artistico contemporaneo facendo esplodere, e lasciando che si autodistruggesse, la sua scultura Hommage à New York, una rappresentazione, non priva di ironia, del fatto che i sogni moderni erano andati in pezzi già da tempo. Con un fuoco d'artificio simile, scandaloso ed esuberante, scelse di celebrare in Piazza del Duomo a Milano i 10 anni del Nuovo Realismo. Il movimento si era organizzato proprio nella capitale lombarda, in occasione di una mostra alla galleria Apollinaire, intorno al critico Pierre Restany, e riuniva, tra gli altri, Arman, François Dufrêne, Raymond Hains, Yves Klein, Martial Raysse, Daniel Spoerri, Niki de Saint Phalle, Jacques Villeglé e Jean Tinguely. Ecco dunque che la sera del 28 novembre 1970, davanti a una folla gioiosa e chiassosa, esplode 'La Vittoria', una grande scultura in acciaio dalle forme decisamente esplicite: in mostra una parte dei documenti pubblicati e filmati relativi a un evento fondamentale nel pensiero espansivo, iconoclasta e comunicativo di Jean Tinguely. La mostra milanese consente anche di tornare sull'impronta estremamente popolare che questa figura di primo piano dell'arte svizzera ha lasciato su molte generazioni. Grazie alla complicità di due collezionisti, l'Istituto Svizzero ha riunito degli oggetti che hanno contribuito a fissare per lungo tempo l'immagine di Jean Tinguely nella memoria collettiva, in particolare in Svizzera. Così, proprio a Milano, dove Jean Tinguely, insieme agli amici artisti e critici, aveva rimesso in discussione i potenti simboli del consumismo, la mostra si prende gioco della sua vicinanza a una certa idea del pop. Si ringraziano: Brutus Luginbühl, René & Madeleine Progin, Jean-Marc Rey.

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