Laboratorio Expo: ospite l'economista Jeremy Rifkin
Jeremy Rifkin a Milano per Laboratorio Expo
Il futuro della società fra beni comuni e nuove disuguaglianze
Milano, 3 settembre 2014 ore 18.30 - Expo Gate (Largo Cairoli)
Collaborare, condividere, mettere assieme le risorse, scambiare esperienze e crescere assieme: è un inno antindivualista, un capitalismo umano, con meno capitali e più persone la ricetta di Jeremy Rifkin per battere la crisi economica globale. Nel contesto del Laboratorio Expo dedicato dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e da Expo Milano 2015 anche alla riflessione sui nuovi modelli economici per una società più giusta l'economista statunitense Jeremy Rifkin, introdotto da Serena Vicari, docente di sociologia dell'ambiente e del territorio presso l'Università Milano-Bicocca, e moderato da Elanor Colleoni, Ricercatrice di Laboratorio Expo, sarà protagonista di una lezione e un dibattito aperto con il pubblico il prossimo 3 settembre alle ore 18.30 presso EXPOGATE.
"La figura di Jeremy Rifkin - sottolinea Serena Vicari - è una delle più importanti e rilevanti sul piano mondiale in molti campi, non solo nell'economia. La tesi esposta nel suo ultimo libro The Zero Marginal Costs Society è visionaria: il sistema tipico del capitalismo occidentale basato sulla competizione sta cedendo il passo ad un'economia efficiente basata sulla collaborazione, un network globale di individui, energia e infrastrutture tecnologiche che nei fatti crea non solo un'economia ma una società diversa".
Laboratorio Expo, è un progetto di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e Expo Milano 2015 curato da Salvatore Veca dedicato alla riflessione scientifica sui molti volti della sostenibilità legati alle tematiche di Expo Milano 2015. La lecture di Jeremy Rifkin, s'inserisce nell'ambito del percorso di sociologia urbana (CITTA') di Laboratorio Expo. Con la parola città intendiamo parlare di sostenibilità guardando alle compagnie fisiche del convivere, in una fase storica in cui la popolazione urbana nel mondo ha ormai superato quella non urbana. Ci si propone di indagare, in particolare, la relazione città/tecnologia con lo scopo di integrare prospettive teoriche e quadri concettuali finora separati e contrapposti: da un lato il paradigma della smart city, ove la tecnologia si pone come innovazione auto-evidente e, dall'altro, l'analisi delle pratiche innovative di ri-localizzazione della produzione e del consumo, che fanno della città un sistema di interazione democratico e inclusivo, richiamando il paradigma della slow city. L'obiettivo è quello di migliorare la qualità di vita degli abitanti e dei frequentatori urbani, grazie a innovazioni tecnologiche - come il digital manufacturing e la stampante 3D - che favoriscano le relazioni di interdipendenza, le connessioni strette e generative di nuove idee e progetti: modelli che rendano le città meno alienate e capaci di fare società ed economia.
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