"Metaborg" in mostra a Milano dal 14 luglio
METABORG
Una nuova generazione di umanoidi reduci dalla fine della civiltà degli umani che riscoprono il passato tra errori ed eccellenze. Gianni Zara e Luca Motta presentano le loro opere a Spazio Tadini in una prima grande personale
A CURA DI CATERINA SERI, FRANCESCO TADINI E MELINA SCALISE
Socrate Diogene Foto Johnny Pixel
DAL 14 AL 31 LUGLIO 2015
INAUGURAZIONE 14 LUGLIO ORE 18.30, Spazio Tadini via Niccolò Jommelli, 24 Milano
Con perfomance di Federicapaola Capecchi: "Other Bodies"
CON LA PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA DELLE TAVOLE
ISPIRATE AL MONDO METABORG DELL'ARTISTA ELEONORA PRADO
Mostra evento a Milano. I Metaborg, portano una nuova generazione di favolose macchine pensanti a Spazio Tadini. Umanoidi anche filosofi appassionati ai grandi valori della conoscenza e delle arti umane che ridanno speranza all'umanità ormai estinta di rigenerare ciò che essa stessa ha distrutto. O, potremmo dire, una mostra di scultura - basata su un'ipotesi fantascientifica - il cui incipit sta tutto nel romanzo che ha aperto l'era Cyberpunk: Neuromante di William Gibson.
""Cyberspace. A consensual hallucination experienced daily by billions of legitimate operators, in every nation...".
Dal 1984 al futuro prossimo la conoscenza sta abbandonando progressivamente l'individuo per spargersi in una memoria collettiva e condivisa - il "cloud" - che rischia di renderci immemori di una storia precedente: quella non digitale, non riprodotta e rimbalzata in milioni di terminali, non "selfie".
L'arte si fa perché è utile. Non perché è bella. Per questo è bella. La coppia artistica dei Metaborg, Gianni Zara e Luca Motta, prova a rendere "visione" il frutto di una riflessione che non ha risposte e sintesi certe. Cerca la strada a tentoni, con una lanterna a olio (come una delle loro creature) e recupera dall'immondizia il ferro, gli ingranaggi, le tubature di cui si serve per servirci.
Come dar torto alla domanda "Saranno la conoscenza e la memoria a salvare l'umanità?". Si può da torto solo a chi ha ragione. Ma qui si dubita: e lo si fa davanti a una mostra da non dimenticare.