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A Milano la giurisdizione ordinaria è scesa in campo in difesa dei colleghi della magistratura onoraria

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

Milano, 28 giugno 2017 - Al convegno “Riforma della Magistratura Onoraria: quale futuro per la giurisdizione?”, svoltosi ieri pomeriggio a Milano, i massimi vertici del Tribunale, della Corte d'Appello di Milano e l'Avvocatura milanese con il presidente dell'ordine Remo Danovi, si sono espressi coralmente a favore della magistratura onoraria riconoscendone il ruolo essenziale che da anni svolge con estremo impegno e professionalità. “Avvalersi della magistratura onoraria è una scelta, sperimentata da molti anni, che funziona benissimo, anche grazie alla forza del team. Abbiamo dato atto in tutte le relazioni del lavoro svolto dalla magistratura onoraria” dice Marina Tavassi, Presidente della Corte d'Appello di Milano, in apertura di convegno. “Personalmente metto massimo impegno per sostenere le scelte che portano ad un maggiore riconoscimento e miglioramento delle condizioni degli onorari”. Anche Roberto Bichi, Presidente del Tribunale di Milano, si schiera dalla parte dei magistrati onorari sostenendo che “il sistema della magistratura onoraria va riorganizzato sia dal punto di vista costituzionale che pratico”. Ha parlato di ricostruzione della vecchia pretura sotto mentite spoglie. Inoltre ha evidenziato come negli altri paesi d'Europa la magistratura onoraria sia molto più impegnata rispetto all'Italia. Paola Gandolfi, Presidente della prima sezione civile del Tribunale di Milano è invece intervenuta parlando del servizio giustizia ai cittadini su base di parità tra i soggetti esercitanti la giurisdizione. Non è stata solo Milano a esprimere le perplessità relative allo schema di riforma che non sembra disegnato per un miglioramento del servizio giustizia, ma sono arrivati anche Giuliano Scarselli, Professore Ordinario di procedura civile all'Università di Siena ed Ernesto Aghina, Presidente del Tribunale di Torre Annunziata, il quale in particolare ha evidenziato le conseguenze negative dal punto di vista pratico e l'inutilità della schema riforma come disegnato in quanto “contradditoriamente alla sua stessa ratio come nella mente del legislatore pare prevedere l'assegnazione delle cause ai magistrati onorari solo in caso di situazioni estreme di tribunali, in stato prefallimentare. Circostanza questa non esistente in nessun circondario di Italia”. Per quanto riguarda l'incostituzionalità che rimane nello schema di riforma si è espressa Marilisa D'amico, Professore ordinario di diritto costituzionale all'Università degli Studi di Milano. “La riforma contrasta in molti punti con la legge delega violando l'art. 76 Cost ed è del tutto irragionevole perché da una parte precarizza e limita il lavoro dei magistrati onorari, dall'altra ne aumenta le competenze. Inoltre non risponde alla condanna del comitato europeo dei diritti sociali, violando l'art 117 comm a 1 Cost.”.

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