Mirko Manetti: “The improv big bang theory”
L’improvvisazione, la più aleatoria tra le arti dello spettacolo, incontra la ricerca storica per scoprire la risposta a tante domande: quando nasce esattamente? Come s'improvvisava nell'Arte e come improvvisiamo oggi? Qual è il contributo dei grandi pionieri del Novecento? Qual è il rapporto tra i format d'improvvisazione e il teatro su testo?
Al Teatro del Vigentino, casa dell’improvvisazione teatrale milanese dal 2005, Mirko Manetti (1981), attore toscano e docente per la Lega Improvvisazione Firenze e altre realtà, risponderà a queste ed altre domande durante la presentazione del suo libro "The Improv Big Bang Theory" (Ibiskos, 2018).
Il titolo, che richiama volutamente l’omonima serie televisiva, si riferisce ad un vero saggio di storia del teatro, tratto in buona parte dalla tesi specialistica di Manetti: «Ho analizzato, con taglio storico, lo stato dell’arte dell’improvvisazione nelle diverse realtà produttive italiane. Dopo un primo capitolo teorico, quello centrale affronta la storia del teatro di improvvisazione da Aristotele ai giorni nostri, alla ricerca di quegli elementi che hanno contribuito a caratterizzare questa tecnica nel modo in cui la intendiamo noi oggi, per poi concludersi con una fotografia della situazione attuale».
La conclusione più importante è che, anche se si tratta di una tecnica poi rifinita in teatro, l’improvvisazione non nasce dalla ricerca teatrale ma da quella pedagogica.
E proprio oggi, nel 2019, è il caso di fare più attenzione a questo aspetto, soprattutto da parte di coloro che, come Manetti, insegnano improvvisazione, realizzando con maggior consapevolezza «quanto le nostre competenze formative nei confronti degli allievi dovrebbero essere più pedagogiche, dato che le difficoltà generalmente non riguardano capacità performative come rendere una voce o un personaggio, quanto piuttosto prevenire nell’allievo un blocco psicologico prima che artistico. È questo uno dei contenuti più importanti del libro».
La presentazione, analizzando questi concetti alla luce della dimensione storica dell’improvvisazione, dai riti apotropaici delle prime civiltà a Robert Gravel, fino a toccare alcuni tipi di spettacolo che nel Novecento sono stati molto simili a questo genere, come lo psicodramma o il living theatre, dimostrerà anche con esempi pratici quanto vissuto in scena dagli attori durante l’improvvisazione e in che misura sia un’esperienza simile a quanto teorizzato anche da Stanislavskij e altri studiosi.
Al termine della presentazione verrà offerto un piccolo rinfresco al pubblico.