Trecento foto scattate da trenta giovani fotografi: ecco International Photo project
Trecento fotografie scattate da trenta fotografi tra Italia, Stati Uniti e Cuba: è International Photo project, evento gratuito in programma dal 24 al 26 marzo alla Fabbrica del Vapore di Milano.
Dopo l'edizione 2015 che presentava autori provenienti dall'Italia, Corea del Sud e dal Giappone, quest'anno Ipp si concentra su tre nazioni come Italia, Stati Uniti e Cuba con storie e tradizioni molto diverse tra loro. Il tema libero della mostra ha permesso a ogni artista di esprimere la propria personalità e il legame con la propria nazione, tecnica artistica e approccio sociale. Ogni paese ha affidato a un curatore (Elio Grazioli per la parte italiana, Alain Cabrera Fernàndez per quella cubana e Frank Franca per quella statunitense) la scelta di dieci fotografi tutti under 35 che testimoniassero le tendenze della fotografia nel panorama internazionale.
«La manifestazione è un momento di confronto tra le poetiche che ispirano in progetti di autori appartenenti a diversi paesi, ma accumunati dall'utilizzo della fotografia come strumento espressivo». ha affermato Alessandro Malerba, direttore del fondo Malerba per la fotografia che ha organizzato la mostra, patrocinata dal Comune di Milano e Regione. All'evento parteciperà Fujifilm in qualità di main sponsor, sempre alla ricerca di spazi e momenti per supportare la cultura fotografica, e presenterà la nuova ammiraglia Gfx 50S.
Come ricorda Elio Grazioli, «La scelta che qui propongo mette in rilievo l'interesse per una visione duplice, che guarda alla singola immagine ma anche , e fin dall'inizio, al suo rapporto con altre immagini, dunque come parte di un insieme, di un montaggio — come si usa dire con linguaggio cinematografico —, con cui si costruisce una peculiare narrazione per immagini».
Dal canto suo, Alain Cabrera Fernàndez sottolinea come le dieci proposte «Rivelano un corpo eterogeneo ideale-estetico riconoscibile attraverso poetiche e idee personali anche se comuni nelle tematiche quotidiane di questa nuova generazione. I risultati tradotti in opere, attraverso uno sguardo critico, risultano anche contenere i processi completi che coinvolgono l'installazione, la manipolazione fotografica, la messa in scena o la performance intima».
«Nella scelta del lavoro dei giovani americani per questa proiezione di immagini — chiosa Fran Franca — sono stato guidato dal mio sguardo di fotografo dotato di un approccio cinematografico alla narrazione. Il cinema, forse la più americana delle forme d'arte, mi ha insegnato un linguaggio per raccontare al meglio la cronaca americana contemporanea».