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I concerti all'ombra della "foresta dei violini" in Statale per il Fuori Salone

L'installazione che omaggia la foresta di abeti rossi della Val di Fiemme particolarmente adatti a costruire violini, viole, violoncelli e contrabbassi

L'omaggio alla foresta dei violini della Val di Fiemme, devastata dall'alluvione del 2018, è forse una delle installazioni più affascinanti di tutto il Salone Satellite 2019, in corso a Milano fino a domenica 14 aprile. Molti hanno sentito parlare di questo luogo: una foresta di abeti rossi particolarmente adatti per realizzare violini, viole, violoncelli e contrabbassi. Leggenda vuole che nella foresta si recassero di persona i più grandi liutai di tutti i tempi, tra cui Amati, Stradivari, Guarneri. 

In Università Statale (luogo ormai "classico" di installazioni del Salone Satellite), nell'ambito dell'evento Human Spaces di Interni, fa mostra un'opera di PiuArch che omaggia la foresta "madre" degli strumenti ad arco: un cavalletto alto otto metri parte dal lato ovest del cortile interno, e sopra sono appoggiati due grossi tronchi d'abete presi direttamente dalla foresta. Alla base del cavalletto lo spazio viene usato, ogni sera dalle 19.30 alle 20, per un concerto tenuto da giovani Maestri di Conservatorio. Venerdì 12 aprile l'esibizione principale con pianoforte, violino e viola. Non mancava, per l'occasione, un violino Guarneri del 1709.

Il pianoforte modificato con la tavola di risonanza

"Ospite" d'eccezione un pianoforte molto particolare: si tratta di un Kawai digitale modificato con una tavola di risonanza (in legno della foresta dei violini) che si occupa di amplificare in modo naturale il suono del piano stesso ed anche degli archi, il cui suono è stato trasmesso al pianoforte attraverso normali microfoni posizionati accanto alle corde. 

Esibizioni all'aperto di questo genere pongono inevitabilmente la musica in secondo piano: un centinaio di persone ha assistito al concerto di venerdì (mentre sabato 13, sempre alle 19.30, è in programma l'ultimo appuntamento), "lottando" con il rumore di fondo delle migliaia di persone che popolavano la Statale (diremmo che parlare di acustica è inutile), ma si tratta di un compromesso ovvio.

Il successo di un appuntamento del genere sta soprattutto nel fascino e nella suggestione del contesto tematico: nel pensiero che vola spontaneamente alla foresta dei violini. Alla magia di un luogo che ha reso possibile il consolidamento di una tradizione inossidabile, quella della liuteria italiana (e cremonese in particolare), che il mondo c'invidia. Alla potenza di questo incontro tra natura e musica. 

Gli spettatori hanno parlato a lungo, in sottofondo, della suggestione dell'installazione e dei suoi significati. 

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