Gli spettacoli della Scala su Rai5 e RaiPlay: il calendario fino al 5 aprile
Continua la collaborazione tra il Teatro alla Scala e la Rai per offrire ogni giorno occasioni di visione e d’ascolto agli appassionati.
Dal 23 marzo la piattaforma RaiPlay mette a disposizione uno spettacolo al giorno: 30 produzioni in gran parte inedite per il web. Ogni spettacolo resterà visibile per un mese a partire dalla data di pubblicazione.
Di seguito il calendario della settimana fino a domenica 5 aprile; su RaiPlay resteranno visibili anche tutti gli spettacoli presentati nei 30 giorni precedenti. Orchestra, Coro e Corpo di Ballo sono sempre quelli del Teatro alla Scala. Si raccomanda di verificare sul sito o sui social media del Teatro alla Scala e della Rai eventuali variazioni e aggiornamenti.
Il Calendario
- Giovedì 2 aprile, RaiPlay
Giacomo Puccini, Manon Lescaut. Direttore Riccardo Chailly, regia di David Pountney, scene di Leslie Travers, costumi di Marie-Jeanne Lecca. Con Maria José Siri, Roberto Aronica, Massimo Cavalletti, Carlo Lepore.
Teatro alla Scala, 2019. Riccardo Chailly presenta per la prima volta alla Scala la prima versione di Manon Lescaut, andata in scena al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1893, basandosi sull’edizione critica curata da Roger Parker per Casa Ricordi nel 2013. La differenza più significativa è alla fine del primo atto quando si sviluppa un Largo sostenuto (introdotto dalla citazione della melodia di ‘Donna non vidi mai’) con una sovrapposizione tra solisti, coro e orchestra di estrema complessità. Ma anche in Sola, perduta, abbandonata si ascolta un inedito intermezzo orchestrale. Lo spettacolo fastoso di Pountney rimanda al destino di perenne fuga dei due amanti collocando la vicenda in una stazione ferroviaria vittoriana, magistralmente realizzata dalle grandiose scenografie di Leslie Travers. Maria José Siri torna protagonista pucciniana dopo il successo riscosso come Cio Cio San in Madama Butterfly, accanto a Roberto Aronica.
Rai 5 ore 18
Ludwig Minkus, La bayadère. Coreografia di Natalia Makarova da Marius Petipa. Scene Pier Luigi Samaritani, costumi Yolanda Sonnabend, direttore David Coleman, Étoiles Svetlana Zakharova, Roberto Bolle.
Teatro alla Scala, 2006 La bayadère, uno dei balletti cardine del repertorio classico, vide la sua prima assoluta a San Pietroburgo nel 1877. Il fascino dei paesi esotici e il successo di opere letterarie ispirarono Petipa, che creò una perfetta armonia fra scene di massa e protagonisti, alto lirismo e fascino poetico. Su tutti, la meraviglia del Regno delle Ombre, quadro che aprì la strada alla fortuna occidentale di questo balletto. La versione curata da Natalia Makarova è indicata come il più audace e il più deferente lavoro di ripristino del balletto di Petipa. E proprio la Scala, nel 1992, tenne a battesimo il debutto italiano di questa versione; prima di allora il nostro Teatro non aveva avuto in repertorio nessun allestimento di questo balletto. In un’India da leggenda, tra intrighi e drammi d’amore brillano Svetlana Zakharova e Roberto Bolle nei ruoli della bella Nikiya e del principe Solor.
- Venerdì 3 aprile, RaiPlay
Ludwig Minkus, Don Chisciotte. Coreografia Rudolf Nureyev, scene di Raffaele Del Savio, costumi di Anna Anni, direttore Alexander Titov, artisti ospiti Natalia Osipova, Leonid Sarafanov. Con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Ballo dell'Accademia Teatro alla Scala.
Teatro alla Scala, 2014. Uno dei cavalli di battaglia della Compagnia scaligera, trionfante anche in molte tournée internazionali, Don Chisciotte è in repertorio alla Scala dal 1980, quando Nureyev ne fu protagonista accanto a Carla Fracci. Con la sua frizzante energia e i caldi colori dell’allestimento di Raffaele Del Savio e Anna Anni, trasporta con freschezza, allegria, virtuosismi e ricchezza coreografica in una Spagna affascinante, tra danze di gitani, fandango, matadores, mulini a vento e il candore sospeso del giardino delle Driadi. Una serata di scoppiettante danza, con divertenti ruoli comprimari e virtuosistici ruoli principali. A condividere le scaramucce, i soli e i pas de deux riservati a Kitri e Basilio nella registrazione del 2014 due veri fuoriclasse: Natalia Osipova e Leonid Sarafanov.
. Sabato 4 aprile, RaiPlay
Giuseppe Verdi, Attila. Direttore Riccardo Chailly, regia di Davide Livermore, scene di Giò Forma, costumi di Gianluca Falaschi. Con Ildar Abdrazakov, Saioa Hernández, Fabio Sartori, Gianluca Buratto.
Teatro alla Scala, 2018. Inaugurazione della Stagione 2018-2019. Con Attila il Direttore Musicale del Teatro prosegue la sua ricognizione del repertorio italiano ripercorrendo gli anni giovanili di Verdi: Attila segue Giovanna d’Arco, che aprì la Stagione 2015/2016 e prelude a Macbeth in un’ideale Trilogia giovanile. L’allestimento è affidato a Davide Livermore, che dopo il debutto scaligero con Tamerlano di Händel aveva già collaborato con il M° Chailly per Don Pasquale di Donizetti e sarebbe tornato per Tosca. Livermore non precisa il tempo dell’azione, che pure sembra richiamare l’Italia occupata nella seconda guerra mondiale, e punta a illuminare gli snodi psicologici del desiderio di vendetta di Odabella, e la fragilità che mina il senso di onnipotenza del protagonista. Ma lo spettacolo si confronta anche con l’urgenza di Verdi di trovare nuove soluzioni scenografiche: le grandi scene della tempesta e dell’alba a Rio Alto e del sogno di Attila diventano occasione di impiegare le risorse tecnologicamente più avanzate del teatro di oggi. Grande successo anche televisivo, Attila ha rivelato alla Scala Saioa Hernández, confermando il carisma di Ildar Abdrazakov e la tempra verdiana di Fabio Sartori.
Domenica 5 aprile, RaiPlay
Giacomo Puccini, La fanciulla del West. Direttore Riccardo Chailly, regia di Robert Carsen, scene di Robert Carsen e Luis Carvalho,
costumi di Petra Reinhardt. Con Barbara Haveman, Roberto Aronica, Claudio Sgura, Carlo Bosi.
Teatro alla Scala, 2016. Il percorso di Riccardo Chailly attraverso l’edizione critica delle opere pucciniane tocca uno snodo importante con il ripristino dell’orchestrazione di Puccini de La fanciulla del West. La prima dell’opera ebbe infatti luogo al Metropolitan nel 1910 sotto la bacchetta di Toscanini, il quale aveva operato alcuni tagli, molti raddoppi in ragione dell’acustica assai secca della grande sala e qualche concessione alle esigenze divistiche del protagonista, Enrico Caruso. La fanciulla ne usciva irrobustita, ma con qualche morbidezza e qualche ricercatezza timbrica in meno rispetto ai desideri d’autore. Chailly ripristina il dettato pucciniano, incluse 124 battute espunte a New York. La regia è di Robert Carsen, che riflette sul linguaggio “cinematografico” del teatro musicale di Puccini e sulle analogie tra la costruzione drammaturgica delle sue opere e le tecniche di montaggio della nascente settima arte. Carsen vede in Puccini un compositore e uomo di teatro all’avanguardia, pronto al confronto con le sfide poste dalla nuova industria dello spettacolo.
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