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Giovedì, 28 Marzo 2024
Teatro Cenisio Monumentale

"Jackie e le altre. Un altro pezzo dedicato a Elfriede Jelinek” in scena a Milano dal 21 novembre

Jacqueline Kennedy secondo Elfriede Jelinek: una storia di vestiti, morti e potere raccontata a teatro da Andrea Adriatico. “Jackie e le altre” è a Milano, al DiDstudio (21-22 novembre), con Anna Amadori, Olga Durano, Eva Robin's e Selvaggia Tegon Giacoppo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

Jacqueline Kennedy rievoca la sua storia, il rapporto con John Kennedy, il tragico omicidio del Presidente seduto al suo fianco, le scappatelle del marito con Marilyn Monroe, i segreti del suo inconfondibile look, i vestiti e le acconciature... tutto questo nel fiume di parole scritto da Elfriede Jelinek, l’autrice austriaca premio Nobel per la letteratura.

A portare in scena “Jackie e le altre. Un altro pezzo dedicato a Elfriede Jelinek” è Andrea Adriatico, dal testo “Jackie” di Elfriede Jelinek, traduzione Luigi Reitani. Dopo il debutto al festival “Orizzonti” di Chiusi (Siena) e una tournée da Bologna a Roma e in altre città, lo spettacolo approda a Milano, al DiDstudio (via Procaccini 4; info 023450996 - 3472952916), sabato 21 novembre, ore 21, e domenica 22 novembre, ore 18. In scena, Anna Amadori, Olga Durano, Eva Robin’s e Selvaggia Tegon Giacoppo. Lo spettacolo è prodotto da Teatri di Vita, in collaborazione con Fondazione Orizzonti d’Arte; Festival Focus Jelinek; e il sostegno di Comune di Bologna – settore cultura; Regione Emilia Romagna – servizio cultura; Ministero per i beni e le attività culturali.

In quest’opera Elfriede Jelinek riesce a tratteggiare la storia di un paese in profonda mutazione, gli Usa, e nello stesso tempo a ricostruire il personaggio di Jackie Kennedy con grande dovizia di particolari. Una dimensione più popolare e aneddotica convive con un'analisi stratificata, che riporta a un periodo storico cruciale per le sorti del pianeta.

Nello spettacolo, le parole di Jackie sono riportate da quattro “cloni” della prima “diva” politica del dopoguerra, in una moltiplicazione corale dell’individualità espressa dalla “presidentessa”. Una sorta di oratorio post-pop, in cui i simboli iconici di Jacqueline Kennedy – i capelli, i vestiti, le pose – rimbalzano da una all’altra, diventando emblema assoluto di una moderna rappresentazione del potere, che esprime sé stesso attraverso segni folgoranti che seducono le masse.

Andrea Adriatico compone partiture della parola e dello spazio, facendo base nella “casa” bolognese di Teatri di Vita creata nel 1993: spettacoli che spesso incontrano drammaturgie dense come quelle di Bernard-Marie Koltès, Pier Paolo Pasolini, Samuel Beckett, Copi, Elfriede Jelinek, interlocutori privilegiati di un modo autorale di creare concerti di corpi e voci, attraversando con i suoi lavori numerosi festival dalla Biennale Teatro al Festival Orizzonti, dallo Short Theatre a Santarcangelo. Al cinema racconta rimozioni intime (nei film drammatici Il vento, di seraAll’amore assente) e pubbliche (nei documentari +o- il sesso confuso. racconti di mondi nell’era aids, e Torri, checche e tortellini), presentate e premiate in festival internazionali.

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