"Zia Severina è in piedi": spettacolo contro la mafia al Sala Fontana
Va in scena "Zia Severina è in piedi" al Teatro Sala Fontana di via Boltraffio, dal 16 al 19 ottobre, allestito dalla compagnia milanese "b a b y g a n g". Lo spettacolo sarà preceduto (dal 12 al 19 ottobre) da un laboratorio teatrale contro le mafie aperto alla cittadinanza. Una giornata sarà invece dedicata al tema, insieme a Libera e a una conferenza con il giornalista Giuseppe Catozzella, autore del romanzo "Alveare", cui s'ispira lo spettacolo.
Zia Severina è la storia di un'anziana residente a Niguarda, che abitava in una casa popolare di 40 mq in balìa di una cosca mafiosa che voleva portarle via l'alloggio. Una lotta contro la criminalità organizzata caratterizzata dalla dignità e dall'ostinazione. A teatro, la storia diventa un monologo interpretato da Valentina Scuderi, che narra una giornata-tipo di zia Severina.
Nel suo appartamento - per intimidirla - si è nascosto un giovane appartenente alla 'ndrangheta. Zia Severina, però, non si fa intimidire. Tutt'altro: si rapporta con il suo carnefice come una nonna, come una madre, cercando di dialogare con lui.
B A B Y G A N G - E' una compagnia nata a Milano nel 2003 presso la scuola Paolo Grassi, diretta dalla regista Carolina De La Calle Casanova. Elementi fondanti della sua ricerca sono l'essenzialità nelle forme sceniche, la centralità dell'attore e la semplicità del teatro popolare. "Zia Severina è in piedi" fa parte di una trilogia sulla mafia. La compagnia è impegnata anche in diversi percorsi di formazione per ragazzi tra gli 11 e i 18 anni.
«Credo che quello che sta facendo questa compagnia teatrale abbia del rivoluzionario. A memoria non ricordo niente di simile. Portare spettacoli teatrali sulla mafia nelle zone, nelle vie, nei cortili, nei quartieri della mafia. Come hanno fatto a Niguarda, per esempio, dove Zia Severina ha vissuto per una vita intera. Hanno riportato Zia Severina - una delle poche persone che ha avuto il coraggio di denunciare e opporsi al racket delle case popolari - nelle sue strade, le stesse strade che non hanno smesso di essere presidiate dagli uomini delle cosche. A me sembra un gesto rivoluzionario, se paragonato anche ai discorsi di chi l’antimafia a volte la fa di professione e poi in periferia - dove le mafie abitano, comandano, propagano violenza e arroganza - si dimentica spesso di venire». Giuseppe Catozzella [in occasione del Festival dei beni confiscati, Milano, 2014]