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Va tutto bene

Mostra Fotografica Personale di Andrea Simeone A CURA DI FEDERICAPAOLA CAPECCHI

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

A 20 mm da te, Rohingya, Not to be forgotten, This is my home, The Path, Sleeping After Ebola, sono alcuni dei Reportage in mostra. Una selezione accurata di alcuni importanti lavori di Andrea Simeone per interrogarsi e riflettere su tematiche sempre attuali e importanti. Una scelta narrativa di fotografie, in trame di racconto diretto, per mettere in risalto la capacità della fotografia di reportage di essere strumento di indagine e approfondimento; di farsi domande, scrittura, ricordo, racconto, informazione capace di far oltrepassare barriere e preconcetti. I lavori saranno esposti in stampe, provini a contatto, video, dove le fotografie escono dalle cornici, si diffondono su pareti e altri medium, per avvolgere e coinvolgere lo spettatore. Una articolazione narrativa anche visiva, che mette in discussione la barriera dell’opinione diffusa. Un percorso che ci porterà a Sulaymaniyah nel Kurdistan Iracheno. Entreremo nel complesso di Amna Suraka, che tradotto significa checkpoint rosso, un complesso di edifici dove la Mukhabarat, agenzia di intelligence di Saddam Hussein, ha detenuto e torturato migliaia di curdi dal 1986 al 1991. (qui toglierei tutto per non anticipare troppo) Ci muoveremo da Sulaymaniyah verso Halabja, nei campi profughi di Arabat, dove vivono Curdi, Iracheni, Siriani, Arabi, Yazidi, religioni diverse, culture diverse. Dove gli sfollati iracheni per legge non possono modificare le tende e i rifugiati siriani hanno la facoltà di rendere la casa più accogliente; entrambi vivono, però, nella stessa gelida pianura d’inverno e torrida d’estate. Muoveremo i nostri occhi in lembi di terra che oggi ormai 30.000 persone chiamano comunque casa. Camminando con le suore Orsoline, guarderemo la Lebbra; e con il long term project sulla più conosciuta febbre emorragica, scopriremo com’è dormire dopo l’ebola. Ci chiederemo, dinanzi ad un volto a 20 mm da noi, che cosa è un sorriso in un campo profughi. E ci prepareremo con i Rohingya all’arrivo della stagione delle piogge. In mostra non saranno le disgrazie umane, ma l’Uomo che si sviluppa, agisce e risponde; la storia sarà impressa e rappresentata dall’Uomo, introiettata dall’esterno e memorizzata nel nostro immaginario, fino a tramutare il corpo come luogo ultimo dell’Immagine. “Reportage. Oggi. Nel mondo. Andare incontro ad un territorio, a persone, a militari, a volontari. Scoprire e ascoltare storie. Saperle poi riportare. Sollevando dubbi. Nessuna verità da spacciare a buon mercato, ma domande da porsi. Fotografie da guardare e non solo da vedere, fino a comprenderle. Fino a volersi interrogare anche sui meccanismi che impongono a determinati territori, ciclicamente, guerre, povertà, fame e analfabetismo” – scrive Federicapaola Capecchi, curatrice della mostra – “Una mostra che attraversa alcuni degli ultimi reportage di Andrea Simeone per cercare di tessere la trama di un unico racconto, quello degli uomini, che siano vittime, carnefici, volontari. Gli uomini che faticano ogni giorno un universo, praticandone le improbabili rotte. Una mostra che vuole porre l’accento sulla conoscenza più che sulla sensazione. Motivo per cui ruolo da protagonista, oltre alle fotografie, lo hanno testi e video. L’obiettivo è stimolare e comprendere, non emozionarsi o commuoversi. L’obiettivo è nessun pietismo ma solo una voglia di reazione, di cambiare il corso delle cose”. Andrea Simeone da anni collabora con equipe mediche in zone disagiate, da Bucarest fino a Calcutta, da Dhaka a Freetown, mettendo a disposizione la propria professionalità a ONG, Onlus, associazioni, enti, missionari. Questo gli ha permesso di avere accesso a zone di difficile ingresso, dagli slum, ai bordelli, dai centri di accoglienza di ragazzi di strada ai campi profughi. Ha collaborato con Emergency, AVSI, AnandaOnlus, Kisedet, AdmOnlus, Hiwa Hospital di Sulaymaniyah, St Gaspar di Itigi, su progetti in India, Bangladesh, nel Kurdistan Iracheno, in Tanzania, in Sierra Leone. Nella fotografia ho compiuto anche reportage sociali a Napoli, e in giro per le città italiane, approfondendo gli ideali di bellezza, la pulsione al possesso degli oggetti, all’uso a-sociale dei social network, alla politica dell’infelicità. Ha raccontato con il romanzo “Recinto di Porci” la vita di un gruppo di adolescenti giunti al momento di scegliere o meno la Camorra. È nato alle pendici di un vulcano esplosivo, sotto una caldera piena di magma. Insiste a credere nell’approfondimento, nella curiosità e nel puro interesse verso la storia e l’uomo. VA TUTTO BENE Mostra Fotografica Personale di Andrea Simeone A cura di Federicapaola Capecchi 8 maggio – 2 giugno 2019

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