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La Grangia di Monluè di Milano: opera sostenuta dall’8xmille

Situata nel borgo rurale di Monluè, oggi stretto tra Tangenziale Est e aeroporto di Linate, alle spalle della chiesa romanica di San Lorenzo, la Grangia prende il nome dell’antico deposito monastico di grano. Tra le attività, oltre a vitto e alloggio, in uno stile familiare dove ognuno è responsabilizzato, corsi di formazione e tutoring per la ricerca del lavoro (nei settori facchinaggio, commercio, panificazione, edilizia).

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

L'8xmille una firma che non costa nulla e può fare molto per tanti. Uno slogan? Assolutamente no. La dimostrazione in una mappa che sul web raccoglie migliaia di interventi pastorali e caritativi. La solidarietà da consultare 365 giorni l'anno.

Alcuni di questi interventi sono stati anche oggetto delle campagne di comunicazione della C.E.I. come nel caso della Grangia di Monluè di Milano.

Situata nel borgo rurale di Monluè, oggi stretto tra Tangenziale Est e aeroporto di Linate, alle spalle della chiesa romanica di San Lorenzo, la Grangia prende il nome dell'antico deposito monastico di grano. Il centro, nato nel 1986 su impulso del cardinale Martini come approdo per i rifugiati, è gestito dalle suore Figlie di Maria Bambina che con circa 40 volontari accolgono i rifugiati nella casa, diretta da suor Vincenza Cornolti. Sopravvissuti a torture e persecuzioni politiche o religiose, vengono da Sudan, Nigeria e Corno d'Africa, ma non mancano presenze dal Medio Oriente, oltre a pakistani, afghani e siriani. "Spesso restano in silenzio a lungo, ma nel corso dei 6-8 mesi di accoglienza riprendono la vita nelle proprie mani" dice don Marco Bove, sacerdote e presidente della Grangia, di cui è coordinatrice Paola Spagni.

Sul sito 8xmille.it si possono approfondire le storie di vita di profughi di guerra e perseguitati politici e religiosi che hanno ricevuto aiuto e sostegno anche grazie ai fondi 8xmille destinati alla Chiesa cattolica.Tra le attività, oltre a vitto e alloggio, in uno stile familiare dove ognuno è responsabilizzato, corsi di formazione e tutoring per la ricerca del lavoro (nei settori facchinaggio, commercio, panificazione, edilizia).

L'8xmille sostiene il progetto, insieme a istituzioni pubbliche e benefattori. "I rifugiati sono quelli che non possono tornare indietro - spiega don Marco-. Da Abramo in poi l'emigrazione ha attraversato la storia dell'uomo a causa di guerre e carestie. Dobbiamo imparare a guardare in modo diverso questi nostri fratelli".

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