Reputazione delle strutture ricettive: Milano massacrata, ultima in tutti gli indicatori
E' la peggiore di tutte le dieci più grandi città italiane. Lalli, fondatore di Travel Appeal: "Milano ha un'abitudine consolidata con la clientela che viene in città per lavoro, meno con il turismo di massa. Essere "simpatici" è superfluo. E questo è un errore"
E' stata pubblicata l'ennesima classifica che smentisce classifiche precedenti su come turisti e residenti percepiscono Milano (qui sulla qualità della vita, tanto per fare un esempio). Ma si sa, i parametri e le modalità cambiano, e cambiano così anche i risultati.
L'ultima graduatoria è della start-up Travel Appeal, una piattaforma che monitora, in rete, la reputazione delle strutture turistiche. Milano da questa indagine, pubblicata alla fine del 2014, è risultata massacrata: in confronto ad altre dieci grandi città italiane, si è vista ultima quasi in tutti gli indicatori, con un indice bassissimo. Non un gran biglietto da visita per Expo.
Sono stati analizzate, per la ricerca, 82mila strutture, 3 milioni di recensioni, 8 milioni di giudizi e quasi 90mila conversazioni sui social.
La reputazione del capoluogo lombardo, secondo questa analisi, è pessima. Male la gentilezza del personale nelle strutture ricettive; male i servizi ricreativi; male la qualità della ristorazione (ultima su 10 città); malissimo i servizi tecnologici. Milano è perfino ultima in "tempi di risposta su Tripadvisor". Un disastro.
A questo risultato sotto certi versi sorprendente, prova a dare risposta Mirko Lalli, fondatore di Travel Appeal, a Web News: "Milano ha un’abitudine consolidata con la clientela che viene in città per lavoro, meno con il turismo di massa. Il contrario di Firenze e Venezia, ad esempio. Succede però che in tutti i casi quando c’è una clientela che sai comunque verrà, fai poca innovazione, non ti preoccupi di essere “simpatico”, senti di non averne bisogno".