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Car sharing in Italia: le società vanno in "rosso"

Il buco di bilancio, secondo Quattroruote, è di ventisette miliardi nel 2016 per le aziende del settore

Ventisette milioni di perdite nel 2016 per quattro principali società di car sharing operanti in Italia. La cifra viene comunicata dal mensile specializzato Quattroruote, in un articolo contenuto nel numero di ottobre. Dall'altra parte le amministrazioni locali che si fanno pagare a peso d'oro per ogni automobile immessa dalle aziende di car sharing. A Milano, per esempio, 1.200 euro per ogni vettura, cifra prefissata per gli ingressi in Area C e i parcheggi in strisce blu.

Car2go, Enjoy, DriveNow, Sharen'go: questi i quattro nomi presi in esame dal mensile. In media, si parla di 4.700 euro di "buco" per ognuna delle auto, mentre - come detto - ci guadagnano le amministrazioni comunali.

La ragione di questo "rosso" sembrerebbe risiedere soprattutto nella gestione complessiva del servizio e negli invstimenti, che sono notevoli. La flotta di partenza costa, e va anche rinnovata di tanto in tanto. Anche se - nota sempre Quattroruote - occorre considerare che Car2go e DriveNow sono legate a due gruppi automobilistici (Mercedes e Bmw), per cui per loro il costo delle auto potrebbe non essere facile da calcolare. Quantomeno, va messo in conto che le auto in car sharing aumentano il giro d'affari e sono - perché no? - un modo per consentire a futuri clienti di "provare" le loro vetture. Car2go ha in tutto il mondo 14 mila auto in car sharing mentre DriveNow ne ha quasi 6 mila.

In ogni caso, in futuro il car sharing sarà sempre più importante nella mobilità: tutte le amministrazioni - in Europa e altrove - si stanno orientando nel senso di favorirne lo sviluppo, promuovendo modelli di mobilità "dolce" che superino il concetto di proprietà dell'auto. Occorrerà dunque per le aziende che operano nel settore trovare il sistema di superare il "rosso" dei bilanci del settore. 

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