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Monopattini, avvio rimandato a Milano: i ricorsi al Tar diventano due

Il Tar prende più tempo per esaminare il primo ricorso di una società esclusa, ma intanto arriva un secondo ricorso. Le regole

L'introduzione definitiva di monopattini elettrici a noleggio in sharing, a Milano, ha un nuovo ostacolo (temporale). Il Tar, che doveva pronunciarsi sul ricorso di uno degli operatori esclusi dal bando del Comune, ha rimandato la decisione, e nel frattempo un altro degli esclusi ha presentato a sua volta ricorso. 

Come si ricorderà, le aziende interessate a questo mercato erano partite con una sperimentazione, in assenza di regole certe dettate dal codice della strada. Finalmente, nel corso del 2019, sono arrivati i decreti di attuazione ministeriali che, fissando le regole di circolazione per questi mezzi, hanno consentito ai Comuni interessati di avviare i bandi. E così ha fatto Palazzo Marino, scegliendo a dicembre tre aziende (Helbiz, Wind Mobility e Bit Mobility), con il fattore "tempo" determinante. Nel senso che era molto rilevante, nel bando, chi arrivava "prima".

Sia Lime sia Bird, le due aziende che hanno presentato il ricorso, ritengono che il "fattore tempo" sia sbagliato e controproducente per gli interessi della città. Nel senso che si dovrebbe invece tenere conto anche della qualità dell'offerta. Inoltre lamentano che non sarebbe possibile determinare con precisione l'ordine di arrivo delle proposte da parte dei competitori, perché una email "molto pesante" con tanti allegati potrebbe impiegare maggiore tempo d'invio rispetto ad una più leggera. 

Spetterà ai giudici amministrativi valutare la questione. Per intanto il Tar si è preso più tempo del previsto per entrare nel merito del ricorso di Lime, poi dovrà anche affrontare quello di Bird. E i tempi per il monopattino elettrico in sharing in città, inevitabilmente, s'allungano.

Monopattini in sharing: le regole

La circolazione dei micro veicoli di mobilità elettrica è consentita nelle aree pedonali purché la velocità del mezzo non superi i 6 chilometri orari (il decreto prevede che i dispositivi siano dotati di limitatore di velocità) e, ma solo per monopattini e segway, su piste e percorsi ciclabili, ciclopedonali e nelle Zone 30 con il limite di velocità di 20 chilometri orari.

Ci sono però delle eccezioni che riguardano alcune di queste strade o porzioni di esse all’ingresso delle quali sono stati messi 80 cartelli stradali di divieto di circolazione. Sono i tratti con la pavimentazione in pietra di fiume, corsie preferenziali (anche in Zone 30) contigue ai binari del tram, a meno che non siano in una sede stradale separata, nelle aree di parcheggio a fondo cieco, nelle gallerie pedonali. Sarà possibile usare questi dispositivi anche nei percorsi ciclopedonali delle aree verdi solo successivamente all’approvazione da parte del consiglio comunale di una modifica al regolamento del verde.

Molto importante il rispetto delle regole anche per quanto riguarda la sosta dei monopattini e degli altri micro mezzi che è permessa negli stalli dedicati alle biciclette oppure al lato della strada, dove non espressamente vietata, mai in contrasto con quanto previsto dal codice della strada e sempre con buonsenso affinché non costituiscano un intralcio o un pericolo. Gli stalli per la sosta della bici sono, nella sola Cerchia dei Navigli, dove non esiste sosta libera, oltre 4.300 e in tutta la città oltre 32mila, dei quali 6.900 sono esterni al Municipio 1, collocati nelle aree adiacenti alle fermate della metropolitana, e 3.350 si trovano lungo le piste ciclabili. Gli stalli per le bici crescono in modo continuativo per nuove installazioni che tengono conto anche dell’introduzione dei nuovi veicoli.

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