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Bike sharing, arrivano le Mobike più grandi. E i vigilantes contro i vandali

Le novità dell'azienda di bike sharing a flusso libero che, insieme a Ofo, deve combattere il fenomeno degli atti vandalici

Nuove Mobike in arrivo a Milano: il modello, denominato "Lite 3.0", sarà sempre in sharing a flusso libero, ma avrà caratteristiche diverse rispetto a quelle finora viste in città, da otto mesi a questa parte. Le ruote hanno un diametro più largo, 26 pollici, per adattarsi alle persone più alte. E la bicicletta è dotata di un cambio a tre rapporti per consentire di modulare lo sforzo a seconda della necessità o della preferenza.

La pedalata è più comoda grazie anche a un design maggiormente ergonomico. Il telaio è sempre in alluminio, le ruote hanno una struttura a cinque raggi larghi in magnesio. In otto mesi, le biciclette di Mobike hanno compiuto un milione e 800 mila chilometri con un risparmio di anidride carbonica calcolato in 600 tonnellate. Durante i picchi di utilizzo sono stati registrati più di 15 mila viaggi al giorno.

Il servizio Mobike ha oltre 200 mila iscritti. Dal mese di aprile sono a disposizione quindi due modelli di bicicletta "arancione": quella finora vista e la "Lite 3.0".

Mobike, arrivano i vigilantes

Tutti i componenti delle bici sono di tipo "non standard" per disincentivare i furti. Ma, come è noto, le biciclette del bike sharing a flusso libero (Mobike e Ofo) sono bersagliate soprattutto dai vandali. Che le "distruggono" e le mettono fuori uso e le abbandonano dove capita. Non raramente perfino nelle acque dei Navigli.

Bici del bike sharing vandalizzate a Milano (Lettori)

Così Mobike ha deciso di correre ai ripari e ha assoldato dieci vigilantes in borghese per pattugliare le zone maggiormente "critiche", con il compito di avvertire le forze dell'ordine appena osservano un comportamento vandalico. Come per esempio (il più tipico) la rottura del meccanismo di lucchetto per poter utilizzare la bicicletta "liberamente".

Entrambi i gestori del servizio hanno sempre spiegato che, dal punto di vista dell'impatto sui conti, le bici vandalizzate sono una percentuale minima rispetto al totale. Resta comunque il disservizio verso gli utenti, che magari si ritrovano con una bici apparentemente in ordine ma in realtà danneggiata; oltre che comunque la seccatura di doverle recuperare e/o sostituire. 

L'obiettivo dei sorveglianti è prevalentemente di disincentivo. L'azienda spera che, sapendo che i vigilantes sono in giro, i vandali siano stimolati a non compiere i loro atti di danneggiamento. I controlli sono attivi fino a tarda sera, in via sperimentale in Darsena, sui Navigli, ai parchi, nelle periferie e in particolare nella periferia sud di Milano. I risultati serviranno a rimodulare la sorveglianza a seconda delle zone e delle fasce orarie in cui si verificano maggiormente i danneggiamenti. In passato Mobike aveva annunciato un sistema "a punteggio" antivandali.

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