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Martedì, 16 Aprile 2024
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Milano, cielo da "Independence day": la spiegazione del fenomeno

Spettacolo nei cieli del Milanese lunedì sera, con delle nuvole "da film". Il motivo e le foto

Le nuvole bassissime che sembrano "invadere" la città. Il rosa e il grigio che si alternano regalando colori bellissimi. E, in qualche paese dell'hinterland, un arcobaleno a donare ancora più magia. 

Cielo da film lunedì sera a Milano, dove per qualche minuto - verso le 18 - le nuvole hanno dipinto una scena da "Independence day". Il fenomeno è nato dall'incontro, scontro, tra le correnti calde di Föhn e i venti umidi.

Cielo da film a Milano

"Linea di congesti in sviluppo nei cieli del Milanese orientale, lungo la consueta linea di demarcazione (dry-line) tra i venti asciutti di favonio e il rientro umido da est, tipicamente posizionata in prossimità del tratto padano dell’Adda", la spiegazione tecnica del centro meteorologico lombardo, sempre molto attento a immortalare gli eventi più significativi.

"Notare le virga precipitative - precipitazioni di pioggia - che raggiungono a fatica il suolo, evaporando in buona misura durante il loro percorso di caduta, mentre attraversano strati d’aria particolarmente secchi".

"Questa dinamica, che è intimamente caratteristica della risposta orografica del nostro territorio nella fase che segue il transito di un fronte da Nord-Ovest, è tra le più spettacolari che si possano osservare. Quando poi accade al tramonto - hanno concluso dal Cml - è un dipinto di rara bellezza".

La spiegazione del Centro meteo lombardo 

"Cosa succede quando una massa d'aria fredda impatta le Alpi con traiettoria settentrionale? Accade una cosa molto semplice: tutto il blocco d'aria fino a circa 4000m resta confinato oltralpe, mentre in medio-alta quota, laddove la barriera alpina nulla può, la parte superiore di questo lago gelido continua la sua corsa. L'azione di sbarramento orografico induce venti secchi e miti di caduta (Föhn) nel versante padano, mascherando - almeno inizialmente - il calo termico e inibendo le precipitazioni nel comparto montano e nelle province più occidentali. Per assurdo, l'avvento di un fronte freddo da nord comporta addirittura un iniziale rinforzo termico", spiegano gli esperti del Cml.

"Questo effetto diga delle Alpi genera quindi un accumulo d'aria fredda (quindi densa, pesante) nei versanti esteri, causando un aumento locale di pressione. Per contro, la Valpadana si trova così ad essere un pozzo da riempire (buca pressoria sottovento). Da dove potremo colmare questa relativa bassa pressione? Semplice: dall'unico settore verso il quale mancano i rilievi, ossia da Est. Dalla Porta della Bora, e via via verso il Veneto, il Mantovano, il Bresciano e quindi le pianure centrali lombarde, prende vita un robusto richiamo orientale al suolo. Aria più fresca e ricca di umidità risale la valle del Po da levante, proprio come fosse una gigantesca onda adriatica", proseguono dal centro

"Due sono i limiti di questo flusso umido: quello settentrionale, orografico, è naturalmente rappresentato dai primi contrafforti pedemontani. Quello occidentale, invece, rappresenta il margine destro della spinta idraulica dei venti secchi favonici, che tipicamente hanno maggiore facilità di espansione lungo le direttrici orografici disegnate dalle valli del Ticino e dal comparto lariano, dislocate lungo i meridani (asse nord-sud). Di norma questa linea di frontiera, che separa le terre di conquista del Föhn da quelle occupate dall'Est, oscilla più o meno attorno alla posizione della bassa valle del fiume Adda, alla continua ricerca di un equilibrio tra le due spinte di verso opposto. E' proprio lungo questa superficie di separazione semi-stazionaria (in gergo tecnico "dry line") che vanno a generarsi le eventuali celle temporalesche, favorite da un meccanismo di convergenza dei venti di bassa quota. Essendo che due masse d'aria stanno cercando di impegnare lo stesso spazio nello stesso momento, va da sé che la naturale via di sfogo sia l'espansione delle correnti orientali verso l'alto (moti verticali, convettivi). Celle temporalesche sono altresì possibili in tutto il settore "umido", compatibilmente con la disponibilità di energia (calore) al suolo", chiariscono.

"Questo meraviglioso meccanismo è tanto prevedibile nella sua dinamica complessiva quanto imprevedibile nella sua evoluzione spicciola. Talvolta le correnti settentrionali sono sì intense che i fenomeni temporaleschi arretrano fin lungo la valle del fiume Oglio. Altre volte la prevalenza del rientro orientale, agevolato da una spinta traslante da nord-est della struttura in quota, consente uno sconfinamento dei fenomeni fin verso la Brianza, il Milanese centro-orientale ed il Pavese (condizione probabile in questo frangente). In considerazione dell'abbondante presenza d'aria fredda in quota, in caso di temporali sarà facile osservare la formazione di grandine così come di neve pallottolare (piccole sferette di ghiaccio opaco, che se abbondanti possono imbiancare il suolo con un effetto simile a quello di una leggera nevicata)". 

"È la luce del tramonto che fa la differenza - concludono dal Cml - perché essendo il settore ovest quello secco, quindi sgombro da nubi, illumina perfettamente il settore umido con cumulonembi e crea poi giochi di colori rossastri negli ultimi minuti quando i raggi solari incidono di taglio dal limite dell'orizzonte".

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