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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

«Impossibile vietare la commemorazione neofascista al Campo 10 il 25 Aprile»

La commemorazione sarà "monitorata" dalle forze dell'ordine. Per il corteo pomeridiano l'Anpi si schiera con la Brigata Ebraica e contro le annunciate contestazioni

Manca poco al 25 Aprile, giorno in cui si festeggia la Liberazione dal nazismo e dal fascismo, e insieme ai preparativi c'è spazio anche per diverse polemiche. La principale riguarda la parata che alcuni gruppi neofascisti usano fare al Campo 10 del Cimitero Maggiore, quello in cui sono sepolti numerosi reduci della Rsi. Parata che, solitamente, si risolve in esposizione di bandiere riconducibili al neofascismo e simbologia equivalente.

I partiti di sinistra hanno sempre cercato di impedire questa parata, senza mai riuscirci. Anche il sindaco Giuseppe Sala, al suo primo 25 Aprile, ha cercato il modo di farlo, interloquendo col questore Marcello Cardona e con la prefetta Luciana Lamorgese (entrambi, peraltro, di fresca nomina). 

Risultato: la parata non può essere impedita. CasaPound, Lealtà Azione e altri gruppi minori non saranno dunque bloccati all'ingresso del cimitero, cosa che lo stesso sindaco ha ammesso essere impossibile. La commemorazione, dunque, ci sarà; ma sarà debitamente "controllata" dalle forze dell'ordine.

Altro fronte aperto, la Brigata Ebraica, che partecipa al corteo pomeridiano in centro e che è sempre, costantemente, contestata ogni anno da gruppi estremisti filo-palestinesi che "vedono" nell'emblema della brigata qualcosa di molto simile alla bandiera d'Israele. Spesso, in anni recenti, la Brigata (con la quale, per scelta, sfilano sempre i Radicali) è stata "protetta" da cordoni del Partito Democratico. Nel 2017 l'Anpi - con il suo presidente provinciale Roberto Cenati - ha preso una durissima posizione contro chiunque abbia intenzione di contestare la Brigata durante il corteo. 

Un gruppo ("Bds") attivo nel boicottaggio di prodotti israeliani ha annunciato la presenza al corteo a Milano: l'Anpi ha quindi preso preventivamente posizione per affermare che «tutti noi dobbiamo essere grati ai 5 mila soldati della Brigata Ebraica che si sono resi protagonisti di azioni decisive, come il primo sfondamento della linea Gotica e l’ingresso in numerose località dell’Italia centrale».

«Chi offende il simbolo della Brigata Ebraica ingiuria l’intero patrimonio storico della Resistenza italiana che è stata un grande moto unitario di popolo e di Combattenti per la Libertà», continua Roberto Cenati, presidente provinciale di Anpi Milano. 

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