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Irpef: per poco non passa emendamento Pdl su coppie gay

Ennesima bagarre nella terza seduta in tre giorni del consiglio comunale. L'emendamento "nascosto" tra gli oltre 600 non decaduti. La Sonego (Fds) lo fa suo e impedisce al Pdl di ritirarlo. Seduta sospesa

Nella seduta odierna del consiglio comunale sull'addizionale Irpef prima scoppia il giallo e poi quasi la rissa, con tesserini di consiglieri del Pdl che volano in aula e l'intervento provvidenziale di Carmela Rozza (capogruppo Pd) che chiede di sospendere la seduta per la cena e di fare anche una riunione di capigruppo per riportare serenità.

Tutto nasce quando l'aula "scopre" che, tra gli oltre 600 emendamenti ancora non decaduti, ce n'è uno, che ha per primo firmatario Giulio Gallera (Pdl, con una lunga storia liberale fin dalle giovanili del Pli), con cui si prevede uno sconto del 5% sull'addizionale per le coppie conviventi dello stesso sesso.

Nella presentazione Gallera si scusa coi suoi, conscio che non tutti lo condividono pur avendolo firmato, e dice: "Naturalmente il 5% non è significativo. E' solo un segnale che noi diamo alla maggioranza, un segnale d'apertura verso una cosa che dicono di condividere".

Il suo collega di partito Tatarella rivendica la condivisione, ma De Corato, Forte, Abagnale e Mariolina Moioli si dissociano e chiedono di ritirare la firma. Il presidente Rizzo non lo consente, ma contemporaneamente permette ad altri colleghi di aggiungere la loro. E così fa subito Anita Sonego (Fds), che poi spiegherà d'averlo fatto in assoluta buona fede, credendo nell'emendamento che favorisce le coppie gay.

Peccato che a questo punto Rizzo non acconsenta al ritiro dell'emendamento da parte di Gallera, perché frattanto altri colleghi hanno apposto la loro firma e non vogliono che sia ritirato. E' messo ai voti e il centro-sinistra inizialmente preme il pulsante verde, il sì.

E' la bagarre. Gallera si scaglia verbalmente contro la presidenza, intanto Carmela Rozza ordina ai suoi di cambiare il voto in "no" per non imbarazzare Pdl e Lega.

L'emendamento viene così respinto con due soli voti favorevoli. Manfredi Palmeri, ex presidente del consiglio comunale, che aveva proposto una soluzione di mediazione (cancellare "dello stesso sesso" per estendere l'agevolazione a tutte le coppie di fatto), lamenta che a Palazzo Marino non è mai stato consentito di aggiungere una firma a un emendamento in corso d'opera. Ma Marco Cappato gli risponde che in Parlamento si può "far proprio" un emendamento altrui, e questo non è vietato dal regolamento del comune di Milano.

Gli animi restano molto accesi, così Carmela Rozza chiede di sospendere la seduta per la cena (tutto questo è accaduto tra le 19.30 e le 20.50) e, prima di riprendere la seduta, di organizzare una riunione dei capigruppo per far ritrovare serenità a tutti.

La seduta è ripresa alle 22.20.

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