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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Intercettazioni e pedinamenti: salta il capo dei vigili urbani di Milano

La decisione

Per essere comandante della polizia locale non è sufficiente non essere indagati. Occorre anche una condotta «costantemente ineccepibile che, quotidianamente, riaffermi la pubblica autorevolezza della carica e del ruolo». E' tranciante la relazione del Comitato per la Legalità e la Trasparenza, presieduto dall'ex pm Gherardo Colombo, sul caso di Antonio Barbato, il capo dei vigili finito nelle intercettazioni di una inchiesta della Dda di Milano.

Il sindaco Giuseppe Sala aveva chiesto un parere al Comitato e l'organo ha risposto. Barbato è accusato di avere manovrato affinché una società privata di servizi di sicurezza pedinasse un vigile con cui c'erano rancori personali (ma non è indagato per ora). «Il solo ipotizzarlo - scrive il Comitato - depone in senso avverso alla correttezza che un comandante deve avere».

La relazione non si spinge a prendere posizione se Barbato debba essere rimosso o no dall'incarico, ma l'opinione appare chiarissima. Il primo cittadino Beppe Sala, così, ha deciso di accompagnarlo alla porta. 

“A seguito delle necessarie verifiche mie e del Comitato per la Legalità, la Trasparenza e l’Efficienza amministrativa del Comune di Milano sui fatti emersi in questi giorni, mi sono confrontato con il Comandante della Polizia locale Antonio Barbato”, esordisce il primo cittadino. “Il Comandante mi ha chiesto di essere destinato ad altro incarico all’interno dell’Amministrazione comunale. Apprezzando la sensibilità dimostrata da Barbato e tenendo in considerazione i 35 anni di servizio prestati per Milano, ho chiesto al Direttore Generale del Comune di individuare una nuova collocazione al di fuori della Polizia locale”, prosegue il sindaco. “La reggenza della Polizia locale di Milano sarà assunta temporaneamente dal vice comandante Paolo Ghirardi”, conclude Sala.

La vicenda: contatti "al limite" per Barbato

Antonio Barbato è stato intercettato mentre conversava con Domenico Palmieri. Entrambi sono ex sindacalisti. Palmieri, secondo l'indagine della Dda, avrebbe tentato di "facilitare" affari legati al clan mafioso dei Laudani. Nel caso specifico, Barbato e Palmieri parlavano di Alessandro Fazio, imprenditore di società di vigilantes arrestato a maggio, interessato ad un appalto del Comune di Milano sulla sicurezza. Barbato ha affermato (intercettato) «i parametri del bando io glieli comunico» ed anche «è una cosa che non ha nessuno».

L'altra frase intercettata diventata "pietra di scandalo" è quella relativa ad un vigile urbano con cui Barbato aveva avuto problemi di natura personale. Palmieri, conoscendo la situazione, ha detto a Barbato di poter chiedere a Fazio di seguire il vigile durante le ore di permesso sindacale. Barbato ha risposto «sì, vediamo» e, nella memoria difensiva, ha poi specificato che non se ne fece più nulla. Ma, e torniamo alle parole della relazione del Comitato per la Legalità e la Trasparenza, «il solo ipotizzarlo depone in senso avverso alla correttezza che un comandante deve avere».

Video | Sala: "Ho chiesto gli atti alla procura"

Chi è Antonio Barbato

Cinquantacinque anni, Barbato è comandante della polizia locale di Milano da novembre 2016, nominato da Giuseppe Sala, ma in realtà è alla guida dei ghisa meneghini fin da gennaio dello stesso anno, quando assunse il ruolo in seguito alle dimissioni dell'ex comandante Tullio Mastrangelo. 

Barbato era il suo vice dal 2013. Ex Martinitt, laureato in scienze politiche, Barbato è nel corpo di polizia locale dal 1982, dove è stato anche responsabile della scuola di formazione del corpo e capo di gabinetto.

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