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Arresti appalti Expo, Pisapia: "Scontati i tentativi di infiltrazione"

Per il sindaco, è una buona notizia che le "mele marce" siano state colpite. Salvini (Lega): "Expo sia una casa trasparente, magistratura vada avanti"

Non sono tardate ad arrivare le reazioni ai sette arresti "eccellenti" per gli appalti di Expo 2015 e di altre grandi opere in Lombardia, che hanno "scoperchiato" una specie di "cupola" in grado - secondo i pm - di controllare gli appalti stessi. Tra gli arrestati, il manager di Expo 2015 Spa Angelo Paris e due persone già note ai tempi di Mani Pulite: Primo Greganti (ex Pci) e Gianstefano Frigerio (ex Dc).

Per Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, "erano scontati i tentativi di infiltrazione dell'illegalità. Ma le indagini confermano che erano stati creati gli anticorpi e gli argini per evitare che illegalità e criminalità vincessero". Il sindaco aggiunge che "adesso anche dalla procura ci arriva la rassicurazione che Expo può lavorare tranquillamente avendo tolto di mezzo, dal punto di vista processuale, coloro che potevano interferire negativamente". Aspetto, questo, sottolineato dal capo della procura Edmondo Bruti Liberati.

Per Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, "Expo è una occasione di lavoro troppo importante perché venga infangata dagli interessi di qualcuno". Salvini aggiunge che "è incredibile che in giro ci sia gente coinvolta in Tangentopoli, ancora protagonista di certe schifezze". E ricorda che "l'Expo non è solo Milano ma è una scommessa per tutta l'Italia, quindi è importantissimo che ci sia la massima trasparenza. I magistrati facciano quello che devono fare". Infine parla di "eredità difficile" per il governatore lombardo Roberto Maroni, in carica dal 2013.

Per Umberto Ambrosoli, coordinatore del centrosinistra in consiglio regionale, "i rami sani di Expo vanno subito affiancati con ulteriori personalità al di sopra di ogni possibile sospetto. Incredibile che soggetti evocativi di dinamiche illecite siano stati considerati degni di interlocuzione".

Per Stefano Buffagni, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, "l'Expo è marcio e rimarrà marcio". Il movimento chiede una seduta straordinaria del consiglio regionale per discutere degli arresti: "La magistratura, che sosteniamo, conferma le nostre preoccupazioni", afferma Buffagni, secondo cui "gli arrestati non sono mele marce, è un intero sistema alimentato dai partiti che va estsirpato". Buffagni parla di "nuova Tangentopoli bipartisan".

Per Riccardo De Corato, consigliere regionale di Fratelli d'Italia, "tornano alla ribalta i loschi figuri di Tangentopoli. Ottimo lavoro della magistratura, ma non dobbiamo dormire sugli allori. Su Expo si faccia totale chiarezza su ogni appalto, ogni contratto, ogni giorno. La magistratura oggi ha dimostrato di essere l'unica vera barriera al malaffare, essendo l'unica che ha i mezzi adatti per procedere, insieme alle forze dell'ordine".

Per Domenico Finiguerra, candidato della lista L'altra Europa con Tsipras alle europee, "è la conferma di una gestione malata e malavitosa della cosa pubblica in Lombardia. Maroni congeli questa macchina infernale", riferendosi ad Expo 2015. Finiguerra, attualmente consigliere comunale di Abbiategrasso, per dieci anni è stato sindaco di Cassinetta di Lugagnano: famosa la sua battaglia contro il consumo del suolo.

Per Monica Frassoni, candidata della lista Green Italia Verdi alle europee, è opportuno "azzerare tutto il management compromesso" di Expo 2015. In una nota congiunta con Peppe Nanni (dirigente di Green Italia) e Fiorello Cortiana (consigliere comunale di Buccinasco e dirigente di Green Italia), si legge che "l'esposizione universale è una straordinaria occasione per valorizzare produzioni, consumi e costumi legati alla sostenibilità. E l'Italia non può sprecare quest'occasione o utilizzarla come maschera per coprire speculazioni e malaffare".

Per Legambiente, "l'urgenza di concludere è il migliore contesto in cui far saltare controlli e verifiche. Diciamo no a scorciatoie che fanno solo il gioco di corrotti, piuttosto si operi una selezione delle opere davvero necessarie così da poter concentrare i controlli", dichiara Damiano Di Simine, presidente regionale, riferendosi alla recentissima decisione di allentare i controlli per gli appalti sotto i 100 mila euro (pur lasciando al prefetto la decisione di ordinarli in ogni caso).

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