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Limonta assessore, critiche dal centrodestra: «Con lui entra in giunta il Leoncavallo»

Durissimo il centrodestra per lo spostamento a sinistra del baricentro della giunta Sala, ma il sindaco replica: «Tiro dritto». E i Verdi tornano in consiglio comunale

La nomina di Paolo Limonta come assessore all'edilizia scolastica ha scatenato fortissime polemiche politiche a Milano. Da una parte per la delega "spezzata" rispetto all'assessorato all'educazione, dall'altra per l'estrazione politica del prescelto, eletto a Palazzo Marino con la lista di Milano Progressista ma soprattutto esponente della sinistra radicale, vicino ai centri sociali e attivo nel movimento antagonista negli anni '70, tanto da far dire al centrodestra compatto che "il Leoncavallo" entra in giunta, riferendosi al centro sociale occupato dal 1978. Il sindaco Beppe Sala ha voluto rispondere alle critiche (arrivate anche da alcuni settori della sua maggioranza) attraverso i social network, con un post con il quale ha rivendicato la sua scelta pur ammettendo di avere previsto i malumori.

«Io tiro dritto e penso al lavoro da fare. D’altro canto ripenso al fatto che negli anni mi hanno dato del renziano, di quello appiattito sul Pd e ora vicino ai centri sociali. La verità è una sola: io ragiono con la mia testa, sempre, e non mi faccio condizionare. Anzi di verità ce ne è un’altra: premio la competenza e non la presunta rappresentazione di uno spazio politico», ha scritto Sala su Facebook.

Dalla maggioranza era arrivata una forte critica da parte di Enrico Marcora della lista Sala, che aveva stigmatizzato lo spostamento a sinistra della giunta. Fino ad ora, l'unico assessore in "quota" di Milano Progressista era Filippo Del Corno (cultura), che però è un caso particolare perché, pur essendo stato eletto nella lista a sinistra del Pd, è in realtà del Pd. 

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Limonta assessore: critiche da centrodestra e 5 Stelle

Più scontate le critiche da parte del centrodestra. Durissimo era stato Riccardo De Corato, già vicesindaco di Milano e ora consigliere regionale di Fratelli d'Italia. «Sala è riuscito a scavalcare persino Pisapia, ex sindaco esponente della sinistra integrale milanese. Evidentemente, per garantirsi i voti dell’ala radicale, non era sufficiente avere Limonta tra gli esponenti della maggioranza e lo ha dovuto portare in giunta. Se va bene il sindaco è ostaggio solo di Majorino e soci, ma se va male lo sarà anche di personaggi come Limonta, esponente dei centri sociali, spalleggiatore del Leoncavallo e militante responsabile di oltraggio alla memoria di Sergio Ramelli».

Critico anche Manfredi Palmeri di Energie per l'Italia, il movimento centrista di Stefano Parisi. «La giunta si sposta ancora più a sinistra sovrarappresentando la sinistra-sinistra rispetto al risultato elettorale del 2016 e umiliando ancora una volta le istanze più riformiste e vagamente liberali». La critica di Palmeri riguarda anche la distribuzione generale delle deleghe: «Alcuni - aveva affermato - sono mezzi assessori con deleghe che potrebbero benissimo essere accorpate (in primis educazione appunto e trasparenza/partecipazione poi), mentre altri sono in evidente difficoltà perché incapaci di reggere il lavoro e la responsabilità (in primis trasporti e lavori pubblici)».

E anche dal Movimento 5 Stelle, con Simone Sollazzo, qualche critica al sindaco: «Sicuramente Limonta è mosso dalla passione e conosce il mondo della scuola, essendo un insegnante. Se però il sindaco Sala, per mettere a tacere i mal di pancia all’interno della sua maggioranza, dice che la sua scelta ha guardato alle competenze allora mi sarei aspettato una figura decisamente più tecnica e lontana dalle logiche politiche, magari un ingegnere esperto di edilizia scolastica».

Limonta, maestro elementare alla scuola Trotter (ha promesso che continuerà a farlo), è stato braccio destro di Pisapia durante la campagna elettorale che ha portato l'avvocato all'elezione a sindaco. Poi è stato nominato, da Pisapia, responsabile delle relazioni con la città, e nel 2016 è stato eletto in consiglio comunale nella lista Sinistra X Milano, che poi si è trasformata nel gruppo consiliare Milano Progressista. 

E in consiglio comunale, al suo posto, entrerà Enrico Fedrighini, primo dei non eletti in Sinistra X Milano, coportavoce dei Verdi di Milano e assessore al Municipio 8. «Dopo nove anni, i Verdi tornano ad avere una rappresentanza a Palazzo Marino nel momento in cui l’emergenza climatica e ambientale rappresenta la priorità assoluta per la politica e per le sue future scelte. A nome dei Verdi italiani e dei Verdi milanesi esprimiamo la nostra grande soddisfazione e facciamo ad Enrico i nostri auguri di buon lavoro», ha dichiarato Elena Grandi, coportavoce nazionale dei Verdi (e vice presidente del Municipio 1) commentando l'ingresso di Fedrighini. Proprio lui, nove anni fa, era stato l'ultimo consigliere comunale Verde di Milano.

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