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Milano, via libera a moschee (e altri luoghi di culto): la legge della Lega è "discriminatoria"

La Consulta boccia la 'legge anti moschee' di regione Lombardia, che prevede una serie di paletti per rendere più difficile la costruzione di luoghi di culto. I giudici: "E' discriminatoria"

Il risultato, sulla carta, era stato rendere molto difficile la costruzione di qualsiasi luogo di culto su tutto il territorio lombardo. L’obiettivo, neanche tanto nascosto, era far diventare quasi impossibile la nascita di moschee a Milano e nelle altre grandi città. Obiettivo, purtroppo per la Lega e la maggioranza del Pirellone, fallito. Sì, perché la corte costituzionale ha accolto il ricorso del governo italiano e ha dichiarato “discriminatoria”, e naturalmente illegittima, la legge anti moschee approvata a gennaio scorso da Roberto Maroni e soci

La guerra tra Renzi e il governatore lombardo era iniziata praticamente subito dopo l’approvazione della legge, contro cui si erano schierati anche il sindaco Giuliano Pisapia e la diocesi di Milano. La legge numero 3 del 2015, subito ribattezzata anti moschee, prevedeva una serie di paletti che avrebbero reso molto complicato ottenere l’autorizzazione per nuovi centri di preghiera. Tra questi, ad esempio, la possibilità di referendum tra i cittadini per bloccare la costruzione. O ancora, la presenza obbligatoria di telecamere all’esterno della struttura collegate con la questura, la disponibilità di aree parcheggi grandi almeno due volte la superficie dell’edificio e - il paletto più importante - la subordinazione della costruzione alla conformità di Vas, valutazione ambientale strategica.. 

In Regione, e all’interno della Lega Nord, non avevano preso benissimo il ricorso del governo, con il leader del Carroccio, Matteo Salvini, che si era lasciato andare ad un eloquente “Alfano imam”. E ora, a commento su Twitter, cavalca: "E brava la consulta islamica!". La consulta, però, si è schierata dalla parte di Renzi, giudicando la legge anti moschee “discriminatoria”. 

La battaglia, comunque, non sembra essere finita. "Attendiamo fiduciosi. Siamo convinti di aver agito nel giusto. L'obiettivo della nostra legge è quello di garantire regole puntuali e certe, che vadano anche e soprattutto nella direzione della sicurezza dei cittadini”, ha ribadito Viviana Beccalossi, assessore all’urbanistica ed esponente di Fratelli d'Italia.

“Mi auguro - ha concluso la Beccalossi - che la legge continui a rimanere in vigore e a produrre i suoi effetti. Chi la rispetta, infatti, può realizzare nuove strutture, un principio che vale per tutte le religioni senza alcuna distinzione. Chi, al contrario, intende imporre l'apertura di fantomatici luoghi di culto che si trasformano in luoghi di propaganda, se non peggio, proprio grazie alla nostra legge, trova le porte sbarrate".

Molto più dura, invece, la reazione del governatore lombardo.  "La Consulta ha bocciato la nostra legge che regolamentava la costruzione di nuove moschee - ha annunciato amaro Maroni su Twitter -. La sinistra esulta: Allah Akbar". 

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