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Boni scrive ai consiglieri: "Fatti insussistenti e non provati, non mi dimetto"

Il presidente si siede ai banchi della Lega. Dichiarata inammissibile la mozione di censura da parte delle opposizioni. Lunga lettera ai colleghi: "Da assessore non sarei potuto intervenire nelle pratiche"

Davide Boni, che martedì mattina non si è seduto al banco della presidenza nell'aula consiliare bensì tra i banchi della Lega, ha inviato una lettera a tutti i consiglieri regionali. "Non mi sentirete parlare di complotti o critiche - ha scritto - ho sempre avuto rispetto dell'operato dei magistrati. Ma ricordo che ho ricevuto una informazione di garanzia, in relazione a fatti tutt'altro che dimostrati".

Boni è entrato solo brevemente nel merito delle accuse che gli sono state mosse. "I fatti riguarderebbero un mio coinvolgimento allorché rivestivo il ruolo di assessore all'urbanistica in regione". Stando alla lettera di Boni, da quel ruolo non sarebbe potuto - nemmeno volendo - intervenire nelle pratiche edilizie. "Sfido chiunque - conclude - a trovare un solo euro nelle mie tasche che non sia frutto del mio lavoro o, per quanto riguarda il partito, che non sia frutto di versamenti o elargizioni ufficiali".

All'inizio della seduta è stata dichiarata inammissibile la mozione di censura presentata dall'opposizione contro Boni, con cui si chiedevano le sue dimissioni. Per il vicepresidente Carlo Saffioti "la mozione configura una sorta di sfiducia al presidente del consiglio, che non è prevista".

Il consigliere regionale leghista Renzo Bossi sostiene di sperare "che Boni sia estraneo ai fatti": "Conosco i principi per cui è nata la Lega - ha detto - e non sono quelli, sono altri". Ma conclude: "Se, e dico se, si accertassero determinate cose, non saremo quelli che negano che sia vero".

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