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Pioltello: cade la giunta sul bilancio. Quattro consiglieri di maggioranza votano contro

A far cadere la giunta i consiglieri di Progetto Pioltello. Il sindaco Cristina Carrer: "Spettacolo indegno, politica non è un gioco di forza tra le liste"

A Pioltello è caduta la giunta di centrodestra. Sul bilancio consuntivo del 2014, ma tutto stava precipitando da alcune settimane. Difficile ricostruire con esattezza tutte le puntate di un risultato che sta infiammando la politica della cittadina dell'hinterland, a un anno dalle elezioni. Nel 2014, il centrodestra aveva riconquistato il primato con Cristina Carrer, sostenuta anche dagli ex centristi del Polo per Pioltello, dopo che il vecchio sindaco, Antonio Concas del Pd, era stato coinvolto in una inchiesta della magistratura (e arrestato) per tangenti legate all'appalto di pulizia.

A provocare la crisi, di fatto, è stata l'uscita dalla giunta di Matteo Monga, assessore al bilancio in quota Progetto Pioltello. Durissima era stata Carrer nel comunicare il ritiro delle deleghe, dopo l'annuncio di dimissioni di Monga. Il sindaco aveva accusato Monga di non essersi presentato al lavoro per oltre un mese nonostante non fosse ancora dimissionario e denunciato pubblicamente che Progetto Pioltello le aveva chiesto "tre pesi": un assessorato, il ruolo di vicesindaco e quello di presidente del consiglio comunale. Richieste respinte da Carrer.

​Risultato: il 5 maggio il consiglio comunale non ha approvato il bilancio, per colpa dei voti contrari dei due consiglieri di Progetto Pioltello e di due del gruppo misto (ex Forza Italia). I primi a reagire sono stati gli esponenti del Polo per Pioltello, che hanno accusato Progetto di essere "una costola della sinistra locale" e di avere compiuto "un atto vile e ignobile contro il bilancio dell'amministrazione di cui in teoria facevano parte". E ancora: "Questi incoscienti, emblema della peggiore politica, hanno deciso di rovinare il futuro di un'intera comunità".

Molto dura anche il sindaco Cristina Carrer, che molto probabilmente ora si dimetterà aprendo la strada al commissariamento. "La politica non può essere un gioco di forza tra liste e partiti dove migrano all’occorrenza questo o l’altro consigliere", ha scritto in una nota: "Se si vuole incidere sul governo della città lo si fa in maniera trasparente e leale e non con chiacchiere da bar. Lo spettacolo al quale abbiamo assistito ieri sera (il 5 maggio, n.d.r.) è indegno".

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