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Dj Fabo, Cappato vuole il processo e rinuncia all'udienza davanti al gup

La decisione dell'esponente radicale accusato di "aiuto al suicidio" per avere accompagnato dj Fabo in Svizzera presso una clinica specializzata

Marco Cappato, esponente dei Radicali e tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, vuole il giudizio immediato per il caso di dj Fabo, che Cappato stesso aveva aiutato a recarsi in Svizzera, in una clinica specializzata, per accedere alla morte volontaria. Il gip di Milano Luigi Gargiulo, a luglio, ha disposto l'imputazione coatta per "aiuto al suicidio" dopo che la procura aveva chiesto l'archiviazione, e un'udienza del gup (il 15 novembre) avrebbe dovuto decidere per il rinvio a giudizio o per la "sentenza di non doversi procedere".

Cappato vuole ora evitare questo ulteriore passaggio e, il 5 settembre, ha annunciato su Twitter la richiesta di giudizio immediato per ottenere chiarezza e assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni. «Voglio che in Italia finalmente si possa discutere di come aiutare i malati a essere liberi di decidere fino alla fine. Sia quando lottano per vivere, sia quando decidono di fermarsi. Il processo sarà un'occasione per discuterne ed è bene che sia il prima possibile», ha spiegato il leader radicale.

«Certo, dovrebbe occuparsene la politica, però la proposta di legge dell'Associazione Luca Coscioni, per l'eutanasia legale, è ferma da 4 anni in Parlamento», ha proseguito: «E c'è il rischio che non riescano a decidere nemmeno sul testamento biologico. Fabo ha avuto il coraggio di rendere pubblica la propria richiesta. Io spero che ora i parlamentari abbiano il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e di decidere finalmente. In ogni caso, ci sarà il mio processo, senza ritardi».

Sul tema del fine vita in Senato attualmente sta prevalendo l'ostruzionismo. Il Biotestamento, dopo essere passato alla Camera è al momento bloccato in ostaggio da tremila emendamenti, nonostante il pieno sostegno da parte dell'opinione pubblica, confermato da tutti i sondaggi, non solo sul biotestamento, ma anche sull'eutanasia (il 67% degli italiani secondo un’indagine Swg condotta da Associazione Luca Coscioni) e nonostante le oltre 121 mila persone che hanno sottoscritto la proposta di legge di iniziativa popolare "Eutanasia legale".

«A pochi mesi dalla morte di dj Fabo e Davide Trentini, ad un anno dalla morte di Max Fanelli, a otto anni da quella di Eluana Englaro, a undici da quella di Piergiorgio Welby, è giunto il momento di impegnarsi affinché anche l'Italia riconosca il diritto di ogni persona a decidere in autonomia sul proprio corpo, sulla propria vita e sul proprio fine vita», è il commento dell'Associazione Luca Coscioni.

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