rotate-mobile
Politica

Accusato di abuso d'ufficio, Pirellone respinge la mozione di revoca per il difensore civico

Carlo Lio è indagato per i fatti che evitarono lo scioglimento del consiglio comunale di Legnano

Trentuno voti favorevoli, un astenuto e trentanove contrari. È stata bocciata la mozione presentata al Pirellone dal Movimento 5 Stelle, sottoscritta dal Pd, che chiedeva la revoca dell'incarico di difensore civico a Carlo Lio, accusato di abuso d'ufficio dalla procura di Busto Arsizio in seguito ai fatti che evitarono lo scioglimento del consiglio comunale di Legnano.

Il dibattito che si è svolto prima della votazione della mozione è stato segnato dalla mancanza di interventi da parte dei partiti di centrodestra: "I 5 Stelle e in generale l'opposizione hanno scambiato il Consiglio per un Tribunale ma noi siamo contrari a questo approccio", ha dichiarato a nome della maggioranza il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi. La votazione si è svolta con modalità segreta. Il centrodestra ha abbandonato l'aula durante il dibattito per poi tornare a votare contro la mozione.

"Un loro nominato è accusato di abuso d’ufficio e invece di rimuoverlo votano per mantenerlo al suo posto", sbotta Marco Fumagalli, consigliere del Movimento 5 Stelle: "Non sta né in cielo né in terra che il difensore dei lombardi abbia usato la sua carica per risolvere i problemi della maggioranza di centrodestra a Legnano puntellando un sindaco poi arrestato per corruzione. "' una vicenda ignobile che getta fango sulle istituzioni, difendono l’indifendibile per interessi di parte. Il difensore regionale deve essere una figura di garanzia non può essere usato per puntellare la maggioranza".

Il ruolo di Carlo Lio nella vicenda del consiglio comunale di Legnano

Il difensore civico della Lombardia, interpellato dall'amministrazione comunale di Legnano, aveva nominato un consigliere ad acta per permettere la surroga di Mattia Rolfi, esponente del Carroccio nel consiglio comunale. Rolfi, infatti, si era dimesso lunedì 25 marzo dando il via, indirettamente, a una crisi che aveva portato portato alle dimissioni di altri due esponenti della maggioranza (i leghisti Farina e Guarnieri) e della minoranza in blocco (che arrivarono il 27 marzo).

Il difensore civico aveva motivato la sua scelta spiegando che le dimissioni, avvenute in due giorni diversi, non erano contestuali e quindi il parlamentino (con la nomina di un commissario ad acta necessario per garantire il numero legale) poteva riunirsi e procedere prima con la surroga di Rolfi e successivamente con quelle della maggioranza.

Il provvedimento, tuttavia, è stato dichiarato illegittimo dal tribunale amministrativo regionale della Lombardia che ha analizzato la questione a luglio, dopo gli arresti (per altri fatti) del sindaco Giambattista Fratus, del suo vice Maurizio Cozzi e dell'assessore Chiara Lazzarini.

Il consiglio comunale, infine, è stato sciolto ad agosto dal presidente della Repubblica con un decreto firmato il 30 luglio.

Perché Carlo Lio è indagato

A settembre 2018 il difensore civico è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Busto Arsizio con l'accusa di abuso d'ufficio e nella stessa vicenda risultano indagati anche l'ex sindaco di Legnano Giambattista Fratus, l'ex vicesindaco Maurizio Cozzi e l'assessore Chiara Lazzarini.

I tre, secondo quanto riportato in un fascicolo aperto dal Pm Nadia Calcaterra, lo avrebbero istigato a intervenire con un provvedimento "illegittimo" per restare in comune dopo le dimissioni dei consiglieri.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Accusato di abuso d'ufficio, Pirellone respinge la mozione di revoca per il difensore civico

MilanoToday è in caricamento