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Documenti "impossibili" per gli stranieri, la soluzione dalle norme sul reddito di cittadinanza?

Più Europa presenta una mozione in Regione, poi rinviata in commissione. Sotto accusa il regolamento regionale. La soluzione potrebbe venire dalle norme sul Reddito di Cittadinanza

Resta per ora intatta la norma di Regione Lombardia utilizzata da diversi Comuni per chiedere agli immigrati regolari alcuni documenti dai Paesi d'origine che, talvolta, sono impossibili da ottenere, in cambio dell'erogazione di vari servizi. Una mozione di Michele Usuelli (+Europa) è stata infatti rinviata in commissione senza essere discussa in aula durante la seduta del consiglio regionale di martedì 4 giugno.

La questione è quella che ha dato origine ai famosi casi delle mense scolastiche di Lodi, ma anche di Vigevano, Inzago e Cologno Monzese, e più di recente all'assegnazione delle case popolari a Sesto San Giovanni. Un regolamento regionale (il n. 4/2017) indica documenti originali dello Stato di provenienza per ottenere agevolazioni su servizi pubblici erogati dai Comuni: documenti che, integrando l'Isee, dimostrino che una persona non è proprietaria, nel Paese d'origine, di immobili.

Ricorsi al Tar

Il problema è che non sempre un documento del genere è reperibile. In Ecuador per esempio non esiste un catasto nazionale, per cui una cittadina ecuadoregna residente a Sesto San Giovanni ha potuto esibire soltanto il documento del suo catasto regionale e per questo si è vista respinta la domanda di casa popolare. Ha fatto ricorso e il Tar le ha dato torto, sulla base del regolamento regionale, contraddicendo però altre sentenze sui casi delle mense scolastiche e degli scuolabus a Lodi o Vigevano, in cui invece i giudici amministrativi avevano dato torto ai Comuni.

«E' discriminatorio chiedere ai cittadini stranieri una documentazione diversa da quella chiesta agli italiani per l'accesso alle stesse prestazioni sociali», ha commentato Usuelli: «Sesto è una escalation di gravità. Un conto è lo scuolabus, un altro la casa popolare». Per di più, nella recente normativa sul Reddito di Cittadinanza si legge che il Ministero del Lavoro e quello degli Esteri stileranno la lista di Paesi da cui non è possibile acquisire la documentazione degli immobili di proprietà perché non esistono i catasti nazionali. 

«Il fatto che, scrivendo la norma sul Reddito di Cittadinanza, il governo sappia ed escluda esplicitamente i Paesi da cui è impossibile, per i cittadini extracomunitari, reperire questi documenti, rende esplicita l'irragionevolezza della norma regionale che noi vorremmo cambiare», spiega Usuelli. 

In aula, però, la maggior parte dei gruppi ha preferito rinviare in commissione la mozione, senza discuterla né votarla. Una opzione che alla fine è stata accettata anche da +Europa, «nella speranza - commenta Usuelli - che nel frattempo i due ministeri pubblichino la lista dei Paesi che, non avendo il catasto centrale, non possono fornire documenti di attestazione di proprietà ai loro cittadini. Se il governo avrà pubblicato la lista prima del dibattito in commissione, spero che i consiglieri almeno accettino questa lista e la inseriscano nel regolamento regionale«.

Intanto, martedì mattina fuori dal Pirellone si è svolto un presidio a cui hanno partecipato, oltre a militanti di +Europa, di Radicali Italiani e dell'Associazione Enzo Tortora, anche il comitato Uguali Doveri di Lodi, l'Unione Inquilini di Sesto, l'Asgi (Studi Giuridici sull'Immigrazione) e Articolo 3 di Vigevano.

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