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Giovedì, 28 Marzo 2024
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La regione detta le regole per la città metropolitana

Approvata la legge, necessaria per l'attuazione del nuovo ente. Agricoltura, caccia, pesca, biblioteche e altro restano però alla regione

La legge regionale sul funzionamento della città metropolitana di Milano è realtà. E' stata infatti approvata dal consiglio regionale il 29 settembre, con l'astensione del Partito democratico e del Patto civico e il voto contrario del Movimento 5 Stelle, ma anche con qualche "malumore" interno alla maggioranza di centrodestra. 

Si tratta del provvedimento con cui, materialmente, vengono ridisegnate le competenze degli enti locali dopo la riforma nazionale ad opera di Graziano Delrio (2014). "Questa idea istituzionale della città metropolitana, di cui si parlava dal 1990 e che è destinata a cambiare i rapporti tra la regione e il territorio di Milano, finalmente diventa realtà", ha commentato Raffaele Cattaneo (Ncd), presidente del consiglio comunale.

Viene istituita la conferenza permamente tra regione e città metropolitana. Ma la parte più importante è quella che specifica la divisione delle competenze dell'ex provincia di Milano: alla regione vengono assegnate l'agricoltura, le foreste, la caccia, la pesca, le politiche culturali e alcune funzioni relative ad ambiente ed energia. Con voto segreto sono passati due emendamenti di Pd e M5s che in pratica hanno fatto "saltare" la fusione del Parco nord con il Parco agricolo sud Milano in favore del Parco regionale metropolitano di cintura verde.

"Per noi gli enti come la città metropolitana e le province sono poco utili e hanno poche funzioni, ulteriormente svuotati con la legge Delrio", spiega Eugenio Casalino del Movimento 5 Stelle: "Ci troviamo a discutere di una città metropolitana fotocopia sbiatida della provincia, e questa legge regionale le toglie ulteriori funzioni". Poi aggiunge: "Non saremmo contrari se si parlasse di grandi città metropolitane come Parigi o Londra, che hanno anche competenze forti sul trasporto pubblico locale, sulla gestione dei rifiuti e in materia ambientale. Ma stiamo parlando di una città metropolitana che ha imboccato un binario morto".

"Si poteva dare un maggior ruolo alla città metropolitana", commenta Fabio Pizzul del Pd. "E' comunque positivo che ci sia la legge sulla quale la città metropolitana può iniziare a lavorare, ma ci rammarichiamo che la regione non abbia accolto l'idea di lasciare le deleghe su agricoltura e biblioteche". 

"Abbiamo votato a favore solo per rispetto del lavoro del sottosegretario Giulio Gallera e del relatore Stefano Carugo", argomenta Massimiliano Romeo della Lega Nord. "Siamo stati contrari fin da subito alla legge Delrio e riteniamo che siccome il Pd, che di democratico conserva solo il nome, non riesce a vincere in Lombardia e Veneto, qualcuno pensa di prendersi il potere a colpi di riforme costituzionali, derubando le regioni delle loro prerogative per darle alle città metropolitane". 

"Creiamo il Piano territoraile metropolitano, una pianificazione territoriale di coordinamento che dovrà definire gli insediamenti di portata intercomunale al posto dei vari Pgt comunali. Uno strumento che permette di incidere su scelte di rango metropolitano", illustra Giulio Gallera (Forza Italia): "Poi introduciamo l'Agenzia di trasporto pubblico locale, con cui si riconosce un particolare potere della città metropolitana. Diamo alla città metropolitana diversi strumenti utili alla promozione del territorio e dell'occupazione".

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