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Sedute e atti, la commissione sul Covid in Lombardia sarà "segreta"

La presidente Baffi (Iv) lo dà per scontato ma il regolamento consentirebbe di rendere pubbliche le sedute e anche gli atti, se solo si volesse

La commissione d'inchiesta lombarda sull'emergenza Covid, appena istituita, lavorerà in segreto. Chi si aspettava che il Pirellone si trasformasse, per l'occasione, in una "casa di vetro", ossia trasparente, rimarrà deluso. La presidente appena eletta, la renziana di Italia Viva Patrizia Baffi, ha inviato una email ai membri scrivendo che le sedute non saranno pubbliche ai sensi del regolamento generale del consiglio regionale, citando l'articolo 52 comma 7. Peccato che quel comma reciti testualmente: «Le sedute della commissione (d'inchiesta, n.d.r.) non sono pubbliche, salvo diversa decisione della commissione stessa». 

Sarebbe dunque nei pieni poteri dei membri di commissione decidere di aprire le porte al pubblico (e ai giornalisti), anche se è facile immaginare che in questo delicatissimo caso la maggioranza (che ha i voti per decidere questa opzione) preferisca che la commissione "parli" solo con la relazione finale. Dalla presidenza di garanzia (e di opposizione) ci si aspetterebbe però almeno un tentativo, anche perché i lombardi (pure gli elettori di Fontana) aspettano risposte, non che si metta la polvere sotto il tappeto. Tanti i temi "caldi", che la commissione affronterà: dalla carenza di tamponi ai morti nelle Rsa, dalla mancata zona rossa di Alzano e Nembro alla riapertura rapidissima del pronto soccorso di Alzano, dalla carenza della medicina di base all'ospedale milanese in Fiera.

Poche speranze, a questo punto, anche per la pubblicazione degli atti e dei verbali. Il comma 8 dello stesso articolo recita che «sulla pubblicità degli atti della commissione, dopo la conclusione dell'inchiesta, dispone il presidente del consiglio (regionale, n.d.r.), sentito il presidente della commissione. Sino ad allora gli atti sono riservati ai soli componenti della commissione». Alcuni consiglieri regionali, tra cui Michele Usuelli di +Europa che si era a sua volta candidato a presiedere la commissione come membro delle minoranze, hanno già chiesto alla Baffi di rettificare la decisione di secretare tutto, aspettando che la commissione si pronunci in merito.

I lavori inizieranno l'8 giugno 2020 con l'audizione dell'assessore al welfare Giulio Gallera e procederanno ogni lunedì. Si tratta di una commissione burrascosa già dalle prime battute per la vicenda dell'elezione a presidente della Baffi, lodigiana di Codogno, prima zona rossa d'Italia, con i voti della sola maggioranza di centrodestra più il suo. Le opposizioni avevano tre candidati: quello "ufficiale" di Pd e Movimento 5 Stelle era l'esponente bergamasco del Pd Jacopo Scandella, mentre si era affacciata anche la candidatura del medico-consigliere Usuelli. L'arroccamento di Pd e M5s su Scandella ha prodotto una situazione in cui tre candidati si sono "contesi" i voti di Lega e Forza Italia, che (come sempre accade in questi casi) si sono sentite libere di scegliere la candidata preferita, forse quella giudicata "più morbida".

Pd e 5 Stelle diserteranno i lavori

Intanto, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno annunciato che diserteranno i lavori. Il Pd ha anche ufficialmente ritirato i suoi tre membi (Jacopo Scandella - che era il candidato presidente "ufficiale" di Pd e 5 Stelle -, Carmela Rozza e Gian Antonio Girelli), lasciando però aperto uno spiraglio: se la Baffi si dimettesse, il Pd tornerebbe a partecipare alla commissione. Intanto, con i 5 Stelle è pronto a formare un gruppo di lavoro di minoranza sul Covid-19 in Lombardia. Le altre opposizioni sembrano invece intenzionate a partecipare comunque alla commissione "ufficiale": i Lombardi Civici (che con Elisabetta Strada hanno ottenuto la segreteria della commissione) e +Europa, che valuta di partecipare a entrambe.

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