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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Spese "pazze" dei consiglieri regionali, l'Appello cambia tutto: alcune erano legittime

La sentenza che assolve nel merito un ex consigliere e per prescrizione un altro. Solo le spese "minime" sono considerate da condanna

Pranzi, cene e altri "benefit" spesati con i rimborsi dei gruppi politici in Regione Lombardia: è il caso delle cosiddette "spese pazze" che hanno coinvolto decine e decine di consiglieri regionali delle passate consiliature. Ora si è creato un precedente che potrebbe "salvare" la loro situazione.

Spese pazze: la Nutella, la Reflex e il resto

Si tratta di una sentenza della Corte d'Appello, che risale a dicembre 2017 ma le cui motivazioni sono state depositate ad aprile, che assolve due ex consiglieri regionali, uno nel merito (Angelo Costanzo del Pd) e uno per prescrizione (Alberto Baroggi Bonetti di Forza Italia), oltre a condannare Carlo Spreafico (Pd) a otto mesi. Questo perché l'accusa è cambiata: era peculato, ora è erogazione fittizia di fondi pubblici. 

La prima differenza tra le due accuse è che i termini di prescrizione si dimezzano, di qui l'assoluzione per questo motivo per Baroggi Bonetti. La seconda differenza è che ora le spese "di rappresentanza", tra cui pranzi e cene, vengono considerate legittime e dunque rimborsabili. Di qui l'assoluzione nel merito per Costanzo. Si tratta infatti di spese che possono anche essere ingenti ma non rientrare nella diaria che spetta ad ogni consigliere regionale. Pertanto, a patto di presentare gli scontrini, il rimborso è legittimo.

Diversa la storia per Costanzo, che si era fatto rimborsare anche spese da niente o quasi: colazioni, gelati e perfino un barattolo di Nutella. Difficile sostenere che si trattasse di "spese di rappresentanza" e dunque, per sostenerle, per i giudici dell'Appello poteva essere più che sufficiente la diaria da consigliere regionale.

Costanzo, Spreafico e Baroggi Bonetti avevano scelto il rito abbreviato, e in primo grado erano stati condannati a un anno e 6 mesi il primo, due anni il secondo e il terzo.

La sentenza potrebbe - si diceva - rappresentare un precedente anche per tutti i 63 consiglieri ed ex consiglieri regionali attualmente imputati con rito ordinario per la vicenda.

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