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Coronavirus, la Regione contro la riapertura 'regionalizzata': "Creerebbe danni"

Sia il governatore Fontana che l'assessore al Welfare Gallera si sono messi di traverso

Non è ancora chiaro quanto terminerà il lockdown. Ma secondo i governatore della Lombardia, Attilio Fontana, la riapertura regionalizzata "è una  riapertura monca, zoppa, che non consentirebbe un equilibrato sviluppo neanche alle regioni che aprono. C'è una tale interconnessione tra  filiere produttive a attività commerciali che c'è il rischio che  un'apertura a macchia di leopardo faccia più danni che vantaggi".

"Se si tratta del negozio di vicinato va benissimo - ha chiosato Fontana ai microfoni di 24  Mattino, su Radio 24 - ma la riapertura deve avvenire quando il rischio del contagio si è  concluso o si sta avviando alla conclusione su tutto il territorio  perché c'è il rischio che possa riprendere senza sapere da dove  riparte. Noi non è che vogliamo riaprire rischiando, io ho sempre  sostenuto che la riapertura deve essere subordinata alla sicurezza e  credo anche che finché non si individuerà un vaccino dovremo convivere con questo virus".    

Gallera: "Penso che tenere insieme il paese sia la cosa migliore"

La stessa linea di Fontana è la stessa dell'assessore al Welfare lombardo, Giulio Gallera: "Noi ci stiamo affidando ai nostri tecnici e c'è una cabina di regia nazionale di cui noi facciamo parte. Valuteremo, ma penso che tenere insieme il Paese sia la cosa migliore". Una riapertura regionalizzata "non è la strategia migliore", ha detto a Mattino 5.

"È chiaro che le riaperture devono avvenire in sicurezza, non possiamo permetterci che per riaprire si innalzino nuovamente" le curve del contagio.

Quando si azzereranno i contagi in Lombardia: lo studio

Quando si azzereranno i contagi da Coronavirus a Milano e in Lombardia? Per il momento è una domanda a cui non si può dare una risposta certa anche perché il virus arrivato dalla Cina sta continuando a propagarsi. 

Una risposta — non certa, ma comunque con delle basi scientifiche — è arrivata dall'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane attraverso uno studio coordinato da Walter Ricciardi, ordinario di Igiene all'università Cattolica, e dal direttore scientifico dell'organizzazione Alessandro Solipaca.

Secondo il testo in Lombardia "non è lecito attendersi l'azzeramento dei nuovi casi prima del 28 giugno". Secondo gli esperti, "la fine dell'emergenza Covid-19 in Italia potrebbe avere tempistiche diverse nelle regioni a seconda dei territori più o meno esposti all'epidemia". In questo momento di pianificazione della cosiddetta fase 2, "è quanto mai necessario fornire una valutazione sulla gradualità e l'evoluzione dei contagi, al fine di dare il supporto necessario alle importanti scelte politiche dei prossimi giorni", ha affermato Solipaca.

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