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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Politica Corsico

Corsico, il sindaco potrebbe "licenziare" i due assessori del festival dello stocco

La mossa servirebbe ad evitare l'eventualità del commissariamento. La situazione

Il sindaco di Corsico Filippo Errante potrebbe chiedere a quasi tutti i suoi assessori (o perlomeno a due di loro) di dimettersi per toglierlo dall'imbarazzo di farlo lui. Gli assessori a rischio sono in particolare Giacomo Di Capua (Lega Nord) e Maurizio Mannino (Forza Italia), protagonisti diretti del caso del festival dello stocco di Mammola, sul cui manifesto appariva il nome di Vincenzo Musitano, parente di un importante boss della 'ndrangheta.

La commissione parlamentare antimafia, presieduta da Rosy Bindi, aveva ascoltato Errante ricevendo risposte giudicate non del tutto soddisfacenti. Il sindaco, nella sua difesa davanti ai parlamentari, aveva ammesso l'errore dovuto a suo dire all'inconsapevolezza della vicenda e aveva ricordato di avere già istituito una commissione in consiglio comunale per indagare sul caso. Ma questo evidentemente non basta. Se non vi fosse un risultato politico netto (l'azzeramento della giunta o quantomeno l'allontanamento dei due assessori coinvolti), l'antimafia potrebbe istituire una "commissione d'accesso", a cui seguirebbe eventualmente il commissariamento del comune.

Un'eventualità, questa, che Errante vorrebbe evitare in ogni modo. Ma, se nella vita reale chi sbaglia paga, dal punto di vista politico il sindaco è conscio di non potere "licenziare in tronco" gli assessori senza rischiare di perdere l'appoggio dei gruppi consiliari di Forza Italia e della Lega Nord. Il primo cittadino, quindi, cerca di arrivare ad una conclusione condivisa, di cui però al momento non si vede l'ombra perché Mannino e Di Capua sarebbero intenzionati a resistere al loro posto.

Il festival dello stocco si sarebbe dovuto svolgere il 22 e 23 ottobre 2016. Ma l'opposizione si era accorta che, sul manifesto, accanto ai nomi del sindaco e dei due assessori appariva quello di Vincenzo Musitano, gestore - insieme alla moglie - di una panetteria negli stessi locali di via Montello in cui, fino a qualche anno fa, aveva sede un circolo di pesca di fatto ritrovo della 'ndrangheta corsichese; e il suocero di Musitano è Giuseppe Perre "Maistru", a capo della "cosca Perre" e imparentato coi Barbaro.

Errante decise di sospendere il festival. Ma la vicenda non si chiuse lì: il 20 ottobre, durante un consiglio comunale, l'esponente del Pd Maria Ferrucci ricevette una pesantissima contestazione da parte di alcune persone nel pubblico quando disse che la città «risulta fortemente penetrata dalla 'ndrangheta». Alcuni, tra il pubblico, avrebbero addirittura mimato il taglio della gola. Anche Roberto Masiero (di "Insieme per Corsico") subì un'interruzione dello stesso tipo. All'improvviso Corsico si ritrovò sulle pagine nazionali dei quotidiani come una città in cui "la 'ndrangheta entra in consiglio comunale" e minaccia i politici locali. Qualche giorno dopo, una manifestazione di "Libera" per far capire che la criminalità organizzata non può averla vinta.

Si arriva così alla richiesta della commissione parlamentare di prendere provvedimenti sui due assessori che avevano portato avanti il patrocinio comunale alla manifestazione, che all'inizio sembrava organizzata dal consorzio dello stocco mentre poi è apparso chiaro che l'organizzatore fosse un'azienda privata e che Vincenzo Musitano era un cliente corsichese (per il suo negozio d'alimentari) dell'azienda stessa, quindi "terminale naturale" per le questioni pratiche come la prenotazione di un posto al tavolo durante la festa. Mannino sarebbe colui che ha portato in giunta la richiesta del patrocinio, mentre Di Capua colui che ha seguito poi la pratica fino alla fine. 

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